Torino, 21 agosto 2025 – Dopo una lunga e complessa battaglia legale durata quasi un decennio, i coniugi torinesi Mauro Giuseppe Sardu e Ombretta Romanin, sopravvissuti alla strage di Nizza del 14 luglio 2016, sono stati finalmente riconosciuti come vittime del terrorismo dal tribunale di Torino. La decisione ha comportato la condanna del Ministero dell’Interno al risarcimento economico, fino ad oggi negato, nonostante il precedente riconoscimento da parte dello Stato francese.
Il lungo calvario giudiziario e il riconoscimento ufficiale
L’attentato terroristico di Nizza, avvenuto durante i festeggiamenti per la festa nazionale francese, fu caratterizzato da un camion lanciato a tutta velocità sulla folla della Promenade des Anglais, causando la morte di 86 persone, tra cui sei italiani, e oltre 400 feriti. Sebbene la Francia avesse immediatamente riconosciuto la condizione di vittime di Sardu e Romanin, l’Italia si era opposta alle richieste di risarcimento, arrivando a mettere in dubbio la loro effettiva presenza sul luogo della strage.
Grazie all’intervento dell’Osservatorio Vittime del Dovere e dell’avvocato Ezio Bonanni, la coppia ha intrapreso una dura battaglia legale contro il Ministero dell’Interno. Il tribunale torinese, con una sentenza pubblicata a maggio e divenuta definitiva poiché il Viminale non ha presentato appello, ha accertato un disturbo post-traumatico da stress cronico per entrambi, attribuendo un’invalidità del 43%. Per loro è stato riconosciuto un assegno vitalizio di 500 euro e uno speciale assegno mensile di 1.033 euro.
La conseguenze della strage di Nizza per i due coniugi
Mauro Sardu e Ombretta Romanin hanno raccontato come l’attentato abbia stravolto le loro vite: la fine della scuola di danza per Ombretta e la perdita della professione per Mauro, con conseguente isolamento sociale. “Abbiamo perso i nostri progetti di vita e solo grazie a questa sentenza ci sentiamo, almeno in parte, risarciti moralmente”, hanno dichiarato.
L’avvocato Bonanni ha sottolineato il valore pilota di questa sentenza, che riconosce non solo le ferite fisiche ma anche quelle invisibili, psicologiche, come conseguenze devastanti del terrorismo. La decisione arriva in occasione della Giornata mondiale delle vittime del terrorismo, celebrata il 21 agosto, e rappresenta un importante passo verso la tutela concreta e non discriminatoria di tutte le vittime, anche di quelle i cui traumi non sono immediatamente evidenti.






