Verona, 1 dicembre 2025 – Maria Luisa Ramponi, la donna accusata di aver innescato l’esplosione che il 14 ottobre scorso ha causato la morte di tre carabinieri a Castel d’Azzano, è stata dimessa dall’ospedale di Borgo Trento a Verona e trasferita nel carcere di Montorio. L’Azienda ospedaliera universitaria di Verona ha confermato che la paziente, 59 anni, non necessita più di cure ospedaliere e che le sue condizioni di salute sono in miglioramento. Durante la deflagrazione, innescata da una miccia collegata a otto bombole di gas, oltre ai militari uccisi, altre 25 persone erano rimaste ferite.
Trasferimento in carcere e attesa per l’interrogatorio
Maria Luisa Ramponi, sorella di Dino e Franco Ramponi, anch’essi detenuti a Montorio e indagati per strage e detenzione di materiale esplosivo, è stata accompagnata in carcere dove potrà essere sottoposta a interrogatorio da parte del magistrato che coordina l’inchiesta. Al momento, però, l’interrogatorio di garanzia non è ancora stato fissato, poiché la donna appare ancora disorientata e non in grado di sostenere un colloquio con il giudice. Fonti ospedaliere hanno riferito che Maria Luisa Ramponi ha recuperato peso ed è lucida, ma necessita ancora di tempo per riprendersi completamente.
Indagini e conferma della custodia cautelare per i fratelli Ramponi
Nel frattempo, il tribunale del riesame ha respinto la richiesta di revoca della custodia cautelare in carcere avanzata dai difensori di Dino e Franco Ramponi. I due fratelli, secondo la procura, avrebbero collaborato con la sorella per saturare il casale di gas e cospargere l’abitazione di benzina prima dell’esplosione. Le indagini proseguono sotto la direzione del sostituto procuratore Silvia Facciotti, con l’analisi dei cellulari sequestrati, tra cui quello di Maria Luisa, e l’esame dei reperti raccolti sotto le macerie. Gli interrogatori delle vittime e i risultati degli accertamenti scientifici sono attesi per completare la ricostruzione dei fatti.
La strage di Castel d’Azzano ha scosso profondamente la comunità veronese, ricordando il sacrificio dei carabinieri Valerio Daprà, Marco Piffari e Davide Bernardello, caduti nell’esplosione durante un’operazione di perquisizione nel casolare familiare dei Ramponi.
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