Roma, 7 luglio 2025 – Continua a suscitare scalpore e preoccupazione il caso di Andrea Cavallari, il 26enne condannato per la strage della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, che dopo aver usufruito di un permesso speciale per discutere la tesi di laurea in Scienze giuridiche all’Università di Bologna, si è dato alla fuga non facendo ritorno nel carcere della Dozza.
Permesso di necessità e fuga da record
Il permesso concesso a Cavallari, assistito dall’avvocato Francesco Muzzioli, era un’eccezione legata al raggiungimento del traguardo accademico. Il magistrato di Sorveglianza aveva autorizzato l’uscita per la discussione della tesi e la proclamazione, un evento eccezionale che si è svolto giovedì 3 luglio presso Palazzo Malvezzi, sede distaccata dell’Università di Bologna. Non era prevista alcuna scorta della polizia penitenziaria, decisione basata sulla valutazione della buona condotta del detenuto negli anni di detenzione, durante i quali ha scontato poco più della metà della pena di 11 anni e 10 mesi.
Dopo la cerimonia, Cavallari è rimasto solo con la fidanzata e si è allontanato senza fare ritorno in carcere, facendo perdere le sue tracce da oltre 72 ore. Solo dopo dodici ore dall’orario previsto per il rientro, la polizia penitenziaria ha segnalato l’evasione alla Procura di Bologna, che ha aperto un’indagine per il reato di evasione, in coordinamento con la Procura di Ancona, competente per l’esecuzione della pena.
Allarme e indagini serrate
Le ricerche si concentrano tra Modena, città natale di Cavallari, e Bologna. Il patrigno del giovane ha espresso preoccupazione, dichiarando alla Tgr Rai Emilia-Romagna che non si fidava di lasciare il giovane senza sorveglianza, vista la gravità dei reati commessi. “Pensare di mandare un soggetto di quel tipo da solo, con noi che poi comunque non riusciamo a gestirlo… dopo quello che ha fatto, non ci si può fidare”, ha detto.
Nel frattempo, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha richiesto una relazione sull’accaduto, mentre la senatrice Raffaella Paita di Italia Viva ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia Carlo Nordio, chiedendo chiarimenti sul perché non sia stata disposta alcuna scorta per un detenuto condannato per un grave reato come quello di Cavallari. La senatrice ha sottolineato il malcontento dei familiari delle vittime della strage di Corinaldo, che si sentono traditi dall’episodio.
Secondo i dati forniti da Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, dal 2023 si registra un incremento del 700% nelle evasioni da permessi concessi, con circa 340 casi solo nell’ultimo anno, segnale di un problema crescente nel sistema penitenziario italiano.
La vicenda di Andrea Cavallari riporta all’attenzione la questione delicata dell’uso dei permessi carcerari e della sicurezza, in particolare per detenuti con condanne per reati gravi. Le indagini proseguono per ricostruire se la fuga sia stata pianificata o un’iniziativa improvvisa, e se ci siano persone che stanno dando supporto all’evaso.






