È morto suicida nel carcere di Gazzi, a Messina, Stefano Argentino, il 27enne detenuto per il femminicidio di Sara Campanella. Un epilogo tragico che chiude drammaticamente una vicenda già segnata dal dolore. “Sara è stata uccisa, Stefano si è tolto la vita. L’unica responsabilità è dello Stato”, ha dichiarato l’avvocato del giovane, Stefano Cultrera, denunciando il mancato accoglimento della richiesta di una perizia psichiatrica che “avrebbe potuto salvare almeno una delle due vite”.
Le parole della famiglia di Sara Campanella
Argentino era stato sottoposto inizialmente a sorveglianza speciale per intenti suicidari, poi revocata 15 giorni fa in seguito a un apparente miglioramento. La Procura ha aperto un’inchiesta per fare luce sulle circostanze della sua morte.
La famiglia di Sara, attraverso i suoi legali, ha ribadito che la battaglia per la giustizia non si fermerà: “Il gesto lascia spazio alla pietà, ma non cancella le responsabilità né spegne il nostro impegno”.
Le critiche del sindacato di polizia penitenziaria
Duro il commento del sindacato di polizia penitenziaria (Spp): “Una tragedia annunciata, come troppe altre. Il carcere non può diventare luogo di morte”. Il segretario Aldo Di Giacomo ha denunciato il fallimento delle task force sui suicidi e la cronica assenza di supporti psicologici, in un sistema carcerario sovraffollato e sottofinanziato.
Disposta l’autopsia sul corpo di Stefano Argentino
La Procura di Messina ha ordinato il sequestro della salma di Argentino.
Al momento il procedimento risulta essere senza indagati né ipotesi di reato, ma l’autorità giudiziaria ha disposto l’autopsia per accertare le cause della morte. L’indagine, coordinata dal procuratore Antonio D’Amato, punta anche a fare luce sulla decisione di ridurre il livello di sorveglianza nei confronti del detenuto. In particolare, i riflettori sono puntati sulla perizia medica che aveva giustificato il ‘declassamento’ delle misure di controllo all’interno dell’istituto penitenziario.
Gli accertamenti dovranno stabilire se la valutazione clinica che ha portato alla modifica della sorveglianza sia stata adeguata e se vi siano state eventuali responsabilità o negligenze nel monitoraggio del detenuto.






