Pomezia, 18 ottobre 2025 – Una manifestazione spontanea si è svolta questa mattina a Campo Ascolano, frazione di Pomezia, per esprimere solidarietà e vicinanza al giornalista e conduttore televisivo Sigfrido Ranucci, vittima di un attentato dinamitardo nella serata del 16 ottobre, quando la sua auto è stata distrutta e quella della figlia danneggiata. L’episodio ha riacceso l’attenzione sul tema della sicurezza dei giornalisti in Italia, un Paese che detiene un triste primato europeo per il numero di minacce rivolte alla categoria.
La manifestazione di solidarietà a Campo Ascolano

Circa cinquecento persone, tra vicini di casa e cittadini provenienti dalle zone limitrofe, si sono radunate sotto l’abitazione di Ranucci a Campo Ascolano, con bandiere e striscioni al grido di “siamo la tua scorta”. Il giornalista, profondamente commosso, ha voluto incontrare personalmente la folla, ricevendo baci e abbracci. “Siamo orgogliosi di essere i tuoi vicini”, ha urlato una donna, mentre un’altra aggiungeva: “Non sei solo, ci siamo anche noi”.
Nel corso della manifestazione, Ranucci ha sottolineato la gravità del contesto in cui si inserisce il suo attentato: “Senza una libera informazione non c’è Paese che funziona. Noi siamo un Paese che ha delle leggi che sono liberticide e ci sta consegnando all’oblio di Stato”. Il giornalista ha evidenziato come in Italia siano attualmente 516 i giornalisti minacciati, con un triste bilancio di 30 professionisti uccisi dal dopoguerra ad oggi per le loro inchieste su mafia e terrorismo.
Le parole di Sigfrido Ranucci e le indagini in corso
Intervenendo al microfono, Ranucci ha ringraziato i cittadini per il sostegno ricevuto e ha ribadito l’importanza del lavoro svolto dalla squadra di Report, programma di Rai 3 da lui condotto dal 2017, per garantire un’informazione libera e indipendente in un contesto spesso ostile. “Quella di oggi è una testimonianza di affetto meravigliosa – ha detto – che dimostra che c’è una gran parte del Paese che vuole difendere il diritto di essere informati”.
Riguardo all’attentato, il giornalista ha fatto il punto sulle indagini coordinate dalla DDA. Una delle piste esplorate coinvolge alcuni gruppi ultras legati alle tifoserie di Inter e Lazio, compreso il noto esponente Piscitelli, ma Ranucci ha espresso dubbi sulla loro responsabilità diretta, sottolineando che per questi gruppi sarebbe un autogol compiere un attentato in un’area dove hanno interessi consolidati. Tra gli elementi al vaglio degli investigatori c’è anche il ritrovamento di una Cinquecento rossa parcheggiata vicino alla sua abitazione. “Potrebbe essere stato un avvertimento rivolto a me, forse anche ad altri” ha aggiunto, senza escludere altre piste legate a inchieste ancora non pubblicate.
Il giornalista romano, classe 1961, è da anni un punto di riferimento per il giornalismo d’inchiesta italiano. Laureato in lettere a La Sapienza, ha lavorato per il TG3 e dal 2017 conduce Report, che ha ereditato da Milena Gabanelli. Nel corso della sua carriera ha realizzato numerose inchieste su mafia, traffico illecito di rifiuti, uso di armi all’uranio impoverito e altri temi di rilevanza nazionale e internazionale. Dal 2021 vive sotto scorta a causa delle minacce di morte ricevute dalla mafia.
La manifestazione di Campo Ascolano rappresenta un forte segnale di vicinanza a un giornalista che continua a raccontare verità scomode, in un momento in cui la libertà di stampa è più che mai sotto pressione.
Fonte: Davide Di Carlo - Baci e abbracci a Sigfrido Ranucci: "C'è ipotesi che avvertimento rivolto ad altri attraverso me"





