Buddusò, 8 agosto 2025 – Dramma nella notte a Buddusò, piccolo centro della Gallura in Sardegna, dove un soccorritore del 118 è stato ucciso all’interno della sede dell’associazione Intervol. La vittima, Marco Pusceddu, 51 anni, residente a Cagliari ma originario di Portoscuso, prestava servizio volontario come soccorritore nella struttura locale.
L’aggressione mortale al soccorritore del 118
Secondo le prime ricostruzioni fornite dai carabinieri della Compagnia di Ozieri, intervenuti sul posto, un uomo si è presentato nella sede del 118 nella notte con l’intento preciso di incontrare Pusceddu. Dopo averlo cercato, ha sparato diversi colpi di pistola a distanza ravvicinata, uccidendo sul colpo il soccorritore, per poi fuggire a piedi. I tentativi di rianimazione da parte dei colleghi e dei sanitari giunti subito dopo sono risultati purtroppo vani.
Le forze dell’ordine hanno avviato immediatamente le indagini per identificare il responsabile e chiarire il movente dell’omicidio, che ha scosso profondamente la comunità locale e l’intero territorio del nord Sardegna. La titolare del fascicolo è la pm Elisa Succu.
Chi era la vittima?
Originario di Portoscuso, Pusceddu era noto per la sua dedizione al lavoro e per l’impegno costante nel servizio di soccorso. Da anni operava come volontario nel settore, e solo da un mese aveva preso servizio a Buddusò. La sua morte ha lasciato sgomenti colleghi e cittadini, colpiti dalla tragica perdita di una figura stimata e apprezzata.
L’assassino ha agito a volto scoperto
In Gallura sono iniziate le ricerche dell’omicida del soccorritore del 118. Secondo un primo esame esterno sul corpo della vittima, i colpi sarebbero stati sparati a distanza ravvicinata e hanno raggiunto Pusceddu al volto e al petto, uccidendolo. A sparare una persona con il volto scoperto, che subito dopo si è data alla fuga nelle vie della cittadina del Monte Acuto, nel nord est della Sardegna. I carabinieri del nucleo operativo di Ozieri, guidati dal capitano Gabriele Tronca, sono al lavoro da questa notte per cercare di risalire al movente che ha portato all’uccisione del soccorritore. Si seguono tutte le piste, tra le più accreditate una vendetta personale. L’arma del delitto, una pistola di piccolo calibro, non è ancora stata ritrovata.






