Milano, 26 novembre 2025 – Questa mattina, davanti al Tribunale di Milano, numerose associazioni e collettivi pro-Palestina si sono riuniti per una conferenza stampa in vista dello sciopero generale del 28 novembre, indetto dai sindacati di base. L’iniziativa ha rappresentato anche un momento per esprimere solidarietà alla maschera del Teatro alla Scala licenziata dopo aver pronunciato la frase “Palestina libera” durante un concerto tenutosi lo scorso 4 maggio, alla presenza della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Sciopero generale e solidarietà alla maschera della Scala

Le associazioni pro-Palestina hanno sottolineato l’importanza della partecipazione allo sciopero generale e alle manifestazioni nazionali previste per il 28 e 29 novembre. Falastin Dawoud, attivista dell’Associazione Palestinesi in Italia, ha evidenziato come “bisogna continuare a muovere le masse verso la Palestina perché il genocidio in corso non è finito e va avanti da 77 anni”.
Durante l’incontro è stato inoltre ricordato il caso di Mohamed Shahin, imam torinese espulso dal territorio italiano e attualmente trattenuto in un CPR in attesa di rimpatrio in Egitto, dopo aver espresso posizioni favorevoli al 7 ottobre, data che rimanda agli eventi del conflitto israelo-palestinese. Dawoud ha denunciato “un regime totalitario” che si manifesta anche nel “daspo” di un altro attivista, Mohamed Hannoun, a cui è stato vietato l’ingresso a Milano per un anno.
L’attenzione è stata poi rivolta alla vicenda della maschera del Teatro alla Scala licenziata dopo aver manifestato pubblicamente il proprio sostegno alla causa palestinese. Jessica Todaro, rappresentante del sindacato Cub, ha definito il licenziamento “un processo politico” e ha annunciato che oggi si terrà la seconda udienza relativa a questo caso.
Il contesto politico e le dichiarazioni di Giorgia Meloni
La vicenda si inserisce in un contesto politico segnato dalla presidenza del Consiglio di Giorgia Meloni, in carica dal 22 ottobre 2022. Meloni, prima donna a guidare il governo italiano, è spesso al centro del dibattito pubblico per le sue posizioni e per la gestione di temi sensibili come l’immigrazione e la sicurezza, che coinvolgono direttamente anche il ruolo delle istituzioni nei confronti di attivisti e comunità immigrate.
L’episodio del licenziamento della maschera scaligera, avvenuto alla presenza della stessa Presidente del Consiglio, ha suscitato reazioni forti tra i movimenti di solidarietà con la Palestina e ha acceso un dibattito sui limiti della libertà di espressione nel contesto lavorativo e politico italiano.
Le manifestazioni e lo sciopero generale rappresentano dunque un punto di incontro tra rivendicazioni sociali e politiche, che riguardano non solo il sostegno alla causa palestinese ma anche la critica verso misure repressive adottate nei confronti di attivisti e lavoratori impegnati in battaglie civili.
Fonte: Roberto Smaldore - Milano, sit-in per Shahin e la maschera della Scala licenziata: "Siamo in un regime totalitario"






