Nuovi sviluppi nell’inchiesta sul cosiddetto “Sistema Pavia“, che coinvolge l’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, e il pm Pietro Paolo Mazza. Il Tribunale del Riesame di Brescia ha annullato per la seconda volta il decreto di perquisizione e sequestro relativo a dispositivi informatici e altro materiale, motivando la decisione con la carenza di elementi probatori a supporto delle accuse di corruzione e peculato.
Il Tribunale del Riesame e le motivazioni dell’annullamento
Nel provvedimento motivato dal Tribunale del Riesame (composto dai giudici Pagliuca, Cavalleri e Azzi) si sottolinea che le imputazioni rivolte a Mario Venditti, difeso dall’avvocato Domenico Aiello, e a Pietro Paolo Mazza, assistito dal difensore Massimo Dinoia, sono prive del “fumus commissi delicti“, ossia di indizi sufficienti per giustificare il sequestro dei dispositivi informatici e altro materiale.
Secondo l’ipotesi accusatoria dei pubblici ministeri di Brescia, Venditti e Mazza avrebbero ricevuto utilità da Cristiano D’Arena, titolare delle società Esitel e Cr Service, tra cui pranzi, la vendita di auto a prezzi inferiori al mercato e lavori di manutenzione gratuiti sulle auto. In cambio, avrebbero affidato in via esclusiva a queste società il noleggio degli apparati di intercettazione e il servizio auto per la Procura, con un presunto uso privato da parte dei magistrati.
Tale ricostruzione, tuttavia, viene contestata dal Tribunale del Riesame che, analizzando le vicende relative alle quattro automobili oggetto delle contestazioni, evidenzia come:
- Una vettura è stata regolarmente acquistata da Venditti nel 2017 con un pagamento tracciabile.
- Un’altra è stata riscattata da Venditti nel 2022, anch’essa con regolare tracciabilità contabile.
- Per una vettura imputata a Mazza, è stata ricostruita tutta la regolarità dei pagamenti relativi al leasing e al riscatto, senza alcuna plusvalenza.
- Anche un furgoncino, la cui compravendita veniva contestata a Mazza, risulta acquistato regolarmente.
Non emergono dunque elementi probatori che confermino l’uso privato delle auto né la vendita a prezzi di favore, né indizi su altre utilità ottenute dai due magistrati, come evidenziato nel decreto di annullamento.
L’appello di Mario Venditti e la restituzione dei dispositivi
A seguito della decisione del Riesame, la difesa di Mario Venditti ha annunciato che sarà depositata una istanza per la restituzione dei cellulari e degli altri dispositivi sequestrati lo scorso 26 settembre nell’ambito dell’indagine. Il magistrato, ora in pensione, è indagato per corruzione in atti giudiziari nel filone bresciano dell’inchiesta collegata al caso Garlasco.
Il Tribunale del Riesame, nelle motivazioni, ha esplicitamente ordinato la restituzione dei dispositivi al legittimo proprietario. Tuttavia, la Procura di Brescia ha già annunciato la volontà di presentare ricorso per Cassazione contro tale provvedimento.
Il caso giudiziario che coinvolge Mario Venditti e Pietro Paolo Mazza rimane così al centro dell’attenzione, con le decisioni del Tribunale del Riesame che hanno messo in discussione le basi delle accuse mosse dalla Procura di Brescia. La restituzione dei dispositivi e il ricorso annunciato dalla Procura rappresentano i prossimi passaggi di questa complessa vicenda.






