Maastricht, 17 settembre 2025 – Un intervento chirurgico programmato per la ricostruzione della cartilagine del ginocchio ha preso una piega insolita per un ragazzo olandese di 17 anni. Al risveglio dall’anestesia, il giovane ha manifestato un fenomeno neurologico raro e sorprendente: ha iniziato a parlare esclusivamente in inglese, lingua che conosceva solo a livello scolastico, e ha perso temporaneamente la capacità di comprendere e comunicare nella sua lingua madre, l’olandese.
Un caso unico di alterazione linguistica post-operatoria: da olandese a inglese
L’episodio si è verificato presso il Maastricht University Medical Center, dove il ragazzo era ricoverato per l’operazione al ginocchio a seguito di una lesione durante una partita di calcio. All’inizio, il comportamento insolito del paziente è stato interpretato come uno stato confusionale tipico del risveglio dall’anestesia. Tuttavia, quando il giovane ha continuato a parlare solo in inglese per ore senza riprendere l’uso dell’olandese, il personale medico ha richiesto l’intervento di un team psichiatrico specializzato.
Gli specialisti che hanno visitato il ragazzo hanno descritto il suo stato mentale come “rilassato e concentrato”, con un’intonazione e pronuncia in inglese “adeguate e chiare, nonostante l’accento olandese”. Nonostante la capacità comunicativa mantenuta in inglese, il ragazzo non riconosceva i propri genitori e credeva di trovarsi negli USA, precisamente nello Utah, luogo in cui non era mai stato. Questo quadro ha spinto i medici a sospettare una condizione neurologica molto rara.
La sindrome della lingua straniera: una condizione ancora poco compresa
Il fenomeno osservato rientra nella cosiddetta sindrome della lingua straniera (foreign language syndrome, FLS), una patologia estremamente rara caratterizzata dalla temporanea perdita della lingua madre, in questo caso olandese, a favore di una seconda lingua appresa, l’inglese. Fino ad oggi, la letteratura medica ha documentato solo otto casi, tutti in pazienti adulti di età superiore ai 50 anni. Il caso del giovane olandese potrebbe pertanto essere il primo noto in un adolescente.
Gli esami neurologici e psichiatrici condotti non hanno evidenziato anomalie organiche. Tale assenza di alterazioni cerebrali strutturali ha indirizzato i medici verso una possibile correlazione della FLS con il delirio di emergenza, uno stato di confusione che può manifestarsi durante il recupero dall’anestesia. Gli esperti hanno indicato che, sebbene la fisiopatologia della sindrome della lingua straniera resti ancora poco definita, potrebbe trattarsi di una manifestazione particolare di questo tipo di delirio.
Il giorno successivo all’intervento, il ragazzo ha iniziato a recuperare gradualmente la capacità di parlare e comprendere l’olandese, specialmente dopo la visita degli amici che hanno facilitato il ritorno alla sua lingua madre. Durante l’esame psichiatrico, il paziente ha confermato di essere consapevole del proprio stato nel periodo immediatamente successivo all’operazione e ha ricordato le difficoltà a riconoscere i familiari.
Implicazioni cliniche e prospettive di ricerca
La sindrome della lingua straniera rappresenta una sfida diagnostica e terapeutica, soprattutto a causa della sua rarità e del decorso transitorio. Gli specialisti sottolineano la necessità di ulteriori studi per comprendere i meccanismi neurobiologici che ne sono alla base e per definire se essa costituisca una entità clinica autonoma o un fenomeno correlato a disturbi del recupero dall’anestesia.
Questo caso evidenzia inoltre l’importanza di una valutazione multidisciplinare in situazioni di alterazione dello stato mentale post-chirurgico, per differenziare condizioni neurologiche da quelle psichiatriche e garantire un trattamento tempestivo e appropriato. L’esperienza del team del Maastricht University Medical Center contribuisce a far luce su un fenomeno finora poco conosciuto, aprendo la strada a nuove riflessioni cliniche e scientifiche.



