Firenze, 21 novembre 2025 – Protesta in piazza degli Antinori, nel cuore del distretto della moda fiorentina, dove i sindacati confederali hanno organizzato un flashmob per esprimere il proprio dissenso contro il cosiddetto scudo penale nel settore tessile e moda. L’iniziativa si focalizza sull’opposizione a una norma legislativa in discussione in Parlamento, che rischia di ridurre la responsabilità delle grandi aziende committenti, mettendo a repentaglio la tutela della legalità e dei diritti dei lavoratori.
La protesta dei sindacati contro la deresponsabilizzazione delle imprese

I rappresentanti sindacali del settore tessile hanno scelto un luogo simbolico, piazza degli Antinori, adiacente a via dei Tornabuoni, viale di prestigio dove hanno sede i maggiori marchi della moda italiana. L’obiettivo è quello di lanciare un messaggio chiaro: fermarsi prima che venga introdotta una norma che, secondo i sindacati, favorirebbe l’impunità delle aziende committenti rispetto a eventuali violazioni nelle filiere produttive. Il nodo centrale riguarda un emendamento presentato da Fratelli d’Italia, che propone l’adozione di una certificazione volontaria per la tracciabilità completa di ogni fase produttiva e di ogni soggetto coinvolto nella filiera della moda.
Per i sindacati, questa certificazione volontaria non sarebbe sufficiente a contrastare fenomeni come il caporalato e le irregolarità sul lavoro, anzi, potrebbe indebolire gli strumenti di controllo, riducendo la responsabilità diretta dei grandi marchi nei confronti dei subappalti e delle forniture. Il timore è che la volontarietà della certificazione possa tradursi in un “scudo penale” che assolve le imprese da eventuali omissioni nei controlli, penalizzando così i lavoratori più vulnerabili.
Il contesto normativo e le implicazioni per il settore moda
Il disegno di legge in esame al Parlamento suscita un intenso dibattito proprio per il suo impatto sulle modalità di gestione della responsabilità sociale e legale da parte delle aziende del settore moda, uno dei più rilevanti per l’economia italiana e internazionale. La proposta di introduzione di un sistema di certificazione volontaria, che sulla carta dovrebbe garantire la trasparenza e la tracciabilità, viene invece contestata per il rischio di diventare uno strumento inefficace o peggio, di alleggerire i doveri di controllo e vigilanza.
La manifestazione di oggi rappresenta una presa di posizione netta da parte dei sindacati confederali, che da sempre sono impegnati nella difesa dei diritti dei lavoratori e nella lotta contro lo sfruttamento e il lavoro nero, fenomeni ancora presenti nella filiera tessile e moda. L’attenzione è rivolta non solo alle condizioni lavorative, ma anche al rispetto delle normative che tutelano la legalità e la sicurezza sul lavoro.
Il presidio a Firenze si inserisce in un più ampio movimento di mobilitazione sindacale nel Paese, volto a contrastare ogni tentativo di deresponsabilizzazione delle imprese committenti, affinché venga mantenuta una rigida vigilanza sulle pratiche produttive e contrattuali, soprattutto nei settori strategici come quello della moda.






