La morte improvvisa di Simona Cinà, giovane pallavolista di 20 anni, avvenuta durante una festa in piscina a Bagheria, nel Palermitano, continua a generare domande senza risposta. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti, mentre si fanno strada diverse ipotesi su cosa possa essere accaduto in quelle ore drammatiche.
I dubbi sulla presenza di droga alla festa
Uno dei filoni investigativi prende in esame la possibilità che durante il party possano essere circolate sostanze stupefacenti. Un’eventualità che, secondo i familiari di Simona Cinà, non coinvolgerebbe direttamente la giovane. I fratelli, infatti, escludono con forza che lei possa aver assunto droga di sua spontanea volontà: “Simona era molto attenta alla salute, si sottoponeva regolarmente a controlli medici ed era abituata a mantenere uno stile di vita sano”, raccontano. L’unica spiegazione che si sentono di avanzare è quella di un possibile gesto doloso da parte di terzi: “Forse qualcuno ha messo qualcosa nel suo bicchiere”, dicono.
Oltre a questo, la famiglia è certa che Simona Cinà sapesse nuotare benissimo, rendendo improbabile l’ipotesi di un semplice annegamento. Alcuni elementi lasciano perplessi: tra questi, il fatto che la piscina al momento dell’intervento dei soccorsi fosse sorprendentemente pulita, con tracce evidenti solo di bottiglie d’acqua.
Gli ultimi momenti di Simona Cinà nei video della festa
Le indagini puntano a ricostruire le ore precedenti al decesso, in particolare i 50 minuti che vanno dal saluto delle amiche al momento della chiamata ai soccorsi, effettuata alle 4.10 del mattino. Alcuni video circolati sui social e acquisiti dagli inquirenti mostrano la ragazza sorridente e in perfetta forma mentre balla vicino alla consolle. In uno dei filmati, Simona appare intenta a danzare latinoamericano con altri invitati, mentre in un altro è ripresa in una stanza con due amiche: le tre ragazze cantano, ridono e sembrano godersi spensieratamente la serata.
Gli investigatori stanno analizzando queste immagini per capire se possano emergere dettagli utili a comprendere cosa sia successo dopo, quando Simona è stata ritrovata senza vita in acqua.
Oggetti personali e indumenti: cosa è stato chiarito
Uno dei primi dubbi emersi è stato legato all’assenza di indumenti accanto al corpo, ma gli inquirenti hanno confermato che i vestiti della ragazza erano nello zaino, assieme agli effetti personali e al cellulare, e sono attualmente sotto esame. Particolare attenzione è rivolta a un bracciale a cui Simona Cinà teneva molto e che è stato trovato nella borsa, un dettaglio che i familiari considerano indicativo del fatto che la giovane fosse pienamente lucida.
Tutti questi elementi — vestiti, telefono, accessori — saranno restituiti alla famiglia soltanto al termine delle analisi di laboratorio, che dovranno stabilire se possano emergere tracce di sostanze o altri indizi rilevanti.
Le indagini sulla morte di Simona Cinà
I carabinieri della compagnia di Bagheria hanno interrogato nuovamente alcuni dei presenti alla festa nel tentativo di chiarire la dinamica della notte tra l’1 e il 2 agosto. I partecipanti, tuttavia, continuano a sostenere di non essersi accorti di nulla di anomalo, una versione che non convince gli investigatori. Al momento, la villa non è stata posta sotto sequestro, poiché i magistrati non ritengono necessarie ulteriori ispezioni nella zona.
L’attenzione degli inquirenti si concentra ora su due fronti: da un lato, l’autopsia in programma il 5 agosto, che stabilirà se Simona Cinà sia effettivamente morta per annegamento; dall’altro, gli esami tossicologici disposti per verificare la presenza di eventuali sostanze nel suo organismo.
Tutte le piste ancora aperte
L’ipotesi al momento più accreditata dalla procura è quella dell’omicidio colposo, ma non si esclude che il quadro possa cambiare in base ai risultati delle analisi mediche. Una delle teorie ancora in esame è quella di un malore improvviso, magari avvenuto prima dell’ingresso in piscina. Un’altra, considerata con attenzione, è che la ragazza possa aver ingerito una sostanza stupefacente a sua insaputa, magari contenuta in un drink preparato da qualcun altro.
La morte di Simona Cinà ha colpito profondamente la comunità locale e il mondo dello sport, dove era conosciuta come atleta promettente e determinata. I familiari chiedono con forza che venga fatta piena luce sulla vicenda, nella speranza che la verità possa emergere e rendere giustizia alla memoria della ragazza.






