Si alza ulteriormente il livello di allerta per il noto giornalista d’inchiesta Sigfrido Ranucci, impegnato alla guida di Report, il programma di Rai 3 dedicato a inchieste di grande impatto sociale. Dopo l’attentato dinamitardo avvenuto nella tarda serata del 16 ottobre scorso, che ha distrutto la sua auto e danneggiato anche quella della figlia, è stata rafforzata la scorta assegnatagli, con il livello di rischio che è passato a “elevato”.
L’attentato e le ragioni del rischio
L’attentato, classificabile come un grave atto di intimidazione, rappresenta un salto di qualità nelle minacce rivolte a Ranucci, che da anni conduce indagini su mafia, traffici illeciti e attività criminali di alto profilo. Il giornalista è sotto protezione dal 2021, conseguenza delle minacce di morte ricevute da ambienti mafiosi a causa delle sue inchieste. L’ordigno esploso è un chiaro segnale intimidatorio volto a fermare il suo impegno investigativo.
Ranucci ha dichiarato più volte di non voler cedere alle intimidazioni: «I miei figli sono abituati a vivere con un padre assente, che rischia ogni giorno, ma la paura va affrontata con coraggio e senza cambiare le proprie abitudini». La sua determinazione a proseguire con le inchieste di Report resta ferma, nonostante i rischi crescenti.
Il percorso e le battaglie di Sigfrido Ranucci
Nato a Roma nel 1961, Ranucci si è laureato in lettere alla Sapienza e ha iniziato la carriera giornalistica negli anni ’80. Dal 2017 è alla conduzione di Report, ereditando la storica trasmissione da Milena Gabanelli e portando avanti temi delicati come il traffico illecito di rifiuti, le armi all’uranio impoverito e la trattativa Stato-mafia. Le sue inchieste hanno spesso fatto emergere retroscena scomodi, suscitando polemiche e reazioni forti da parte dei poteri coinvolti.
Tra i riconoscimenti più importanti, Ranucci ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Premio Flaiano nel 2021 e il Premio Giornalismo “Antonio Ravel” nel 2023, attestati alla sua eccellenza professionale e al coraggio nel portare alla luce verità scomode. Nel 2024 ha pubblicato il libro autobiografico La scelta, in cui racconta la sua vita e le difficoltà legate alla professione di giornalista investigativo, riflettendo anche sul prezzo personale di queste scelte.
Attualità e impegno per un’informazione libera
Nonostante le pressioni e le minacce, Ranucci continua a denunciare le zone d’ombra del potere e della politica. La puntata di Report andata in onda recentemente ha puntato i riflettori sull’operato del Garante della Privacy, evidenziando possibili conflitti d’interesse e inefficienze, nonostante le richieste di censura da parte dell’Autorità stessa.
Il giornalista sottolinea l’importanza di mantenere un’informazione indipendente e senza interferenze politiche: “Il giornalismo d’inchiesta illumina quelle zone che il potere non vuole vedere”.






