Anche quest’anno il miracolo si è ripetuto. Questa mattina, nel Duomo di Napoli, il sangue di San Gennaro si è sciolto davanti ai fedeli durante la celebrazione della memoria del martirio del patrono. L’annuncio è arrivato dall’altare per voce dell’abate della Cappella del Tesoro, monsignor Vincenzo De Gregorio: “Abbiamo la gioia di comunicare che la reliquia è stata trovata completamente liquida”.
Avvenuto il miracolo: il sangue di San Gennaro si è liquefatto
Alle parole del prelato, l’assemblea ha risposto con il tradizionale sventolio di fazzoletti bianchi, gesto che da secoli accompagna il momento in cui il reliquiario mostra il sangue in stato liquido. La celebrazione è stata presieduta dall’arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, che ha invitato la comunità a vivere il prodigio come segno di speranza e di coesione civile in un periodo segnato da difficoltà economiche e tensioni sociali.
Come funziona il fenomeno della liquefazione?
Il fenomeno della liquefazione del sangue di San Gennaro, custodito in due ampolle, si ripete tre volte l’anno: il 19 settembre, giorno del martirio del santo; il sabato precedente la prima domenica di maggio, anniversario della traslazione delle reliquie; e il 16 dicembre, data che ricorda la miracolosa intercessione del patrono durante l’eruzione del Vesuvio del 1631.
Una tradizione popolare
La tradizione popolare lega l’esito del prodigio al destino della città: quando il sangue non si scioglie, viene interpretato come presagio di sventure. Da qui l’attesa e l’emozione che ogni anno accompagnano la cerimonia, seguita non solo dai napoletani ma da fedeli e curiosi provenienti da tutta Italia e dall’estero.
Anche stavolta, il “miracolo di San Gennaro” ha rinnovato quel legame profondo tra fede, devozione e identità cittadina, rendendo ancora una volta Napoli teatro di una delle tradizioni religiose più celebri e suggestive al mondo.






