Sarzana, 22 giugno 2025 – È venuto a mancare all’età di 79 anni l’ex agente segreto e faccendiere Francesco Pazienza, figura centrale in numerosi episodi controversi della storia italiana recente. La sua morte è avvenuta presso l’ospedale di Sarzana, nella provincia della Spezia, dove si trovava ricoverato da tempo.
La carriera e i legami con il SISMI e la P2
Nato a Monteparano nel 1946, Pazienza si laureò in medicina e chirurgia presso l’Università “La Sapienza” di Roma, per poi intraprendere un’attività da faccendiere e consulente finanziario, soprattutto in Francia negli anni ’70. Nel 1979 entrò nel Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Militare (SISMI), sotto la direzione di Giuseppe Santovito, lasciando però il servizio nel 1981, dopo il coinvolgimento nei casi legati alla strage di Bologna e allo scandalo della loggia massonica segreta Propaganda Due (P2).
Nonostante le sue ammissioni di affiliazione “all’orecchio del Gran Maestro” della comunione massonica del Grande Oriente d’Italia, Pazienza negò di essere iscritto alla P2 o di aver avuto contatti con i suoi leader carismatici. Tuttavia, indagini e rapporti della DIGOS lo collocarono tra gli affiliati alla loggia P2, anche se non presente nelle liste ufficiali rinvenute negli archivi.
Ruolo nei principali scandali politici e finanziari
Francesco Pazienza è stato un protagonista in molteplici vicende complesse e oscure della storia italiana: dal rapimento di Ciro Cirillo, assessore ai lavori pubblici della Regione Campania sequestrato dalle Brigate Rosse nel 1981, al suo coinvolgimento nei negoziati di rilascio con la mediazione di esponenti della Nuova Camorra Organizzata e dei servizi segreti. La liberazione di Cirillo, avvenuta dopo il pagamento di un ingente riscatto, scatenò profonde polemiche per la trattativa segreta tra Democrazia Cristiana, Camorra e terroristi.
Pazienza fu anche implicato nelle indagini sul crack del Banco Ambrosiano e nella gestione di fondi illeciti, rapportandosi con figure di spicco come Roberto Calvi e Flavio Carboni. Nel 1992 fu condannato a 14 anni di reclusione per associazione a delinquere legata al fallimento della banca.
Controversie giudiziarie e le accuse di depistaggio
Tra le accuse più gravi rivolte a Pazienza vi sono quelle di aver diretto un “Super-SISMI”, una struttura deviata all’interno del SISMI, coinvolta in operazioni oscure come i depistaggi sulla strage di Bologna, le trattative con la camorra durante il sequestro Cirillo e operazioni di spionaggio politico internazionale. Nel 1988 fu condannato per aver tentato di deviare le indagini sulla strage di Bologna, una sentenza poi confermata nel 1995.
Nonostante le condanne, Pazienza ha sempre dichiarato la propria innocenza, sostenendo di essere stato vittima di vendette e manovre interne ai servizi segreti. Negli ultimi anni ha vissuto a Lerici, nel Golfo dei Poeti, dove ha operato come volontario nella pubblica assistenza e si è impegnato nel soccorso durante il terremoto dell’Aquila del 2009.
La figura di Francesco Pazienza rimane tra le più controverse della storia italiana, un uomo al centro di misteri, intrighi e segreti di Stato che hanno segnato profondamente il nostro Paese.