Roma, 29 novembre 2025 – Nel bagno maschile del liceo classico Giulio Cesare, in corso Trieste, è comparsa ieri una “lista degli stupri”: nove nomi e cognomi di studentesse e studenti scritti in rosso, come un elenco di bersagli. Un episodio che ha scosso parte della scuola, arrivato a soli due giorni dalla giornata contro la violenza sulle donne.
La “lista degli stupri” al Giulio Cesare
A segnalare l’accaduto sono stati i quattro rappresentanti d’istituto e il collettivo antifascista Zero Alibi. Hanno sottolineato che “un muro può essere cancellato, ma la cultura alla base del messaggio no: va combattuta”, denunciando la gravità del gesto e ciò che rivela: “ancora oggi viviamo in una società patriarcale”. Secondo loro, utilizzare la violenza sessuale come arma, scherno o minaccia significa sostenere la stessa cultura che “ogni giorno uccide, ferisce, opprime, umilia e zittisce le donne”. Hanno inoltre ricordato che pochi giorni prima erano stati strappati due fogli della raccolta firme con cui molti studenti chiedevano maggiore attenzione al tema della violenza di genere nella scuola.
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L’intervento della dirigente
Sulla vicenda è intervenuta anche la dirigente Paola Senesi, che ha espresso una ferma condanna degli “ottusi graffiti vandalici” comparsi nei servizi igienici. La preside ha ribadito il rifiuto di qualsiasi forma di stereotipo o violenza di genere — fisica, verbale, psicologica o digitale — e ha manifestato solidarietà verso le studentesse e gli studenti coinvolti, affermando che il liceo “non vuol essere ricettacolo d’intolleranza”.
Non si tratta di un caso isolato. Come ricordano i rappresentanti, negli anni passati il 25 novembre era già stato segnato da episodi violenti, tra cui striscioni strappati, bruciati e gettati nel water. Era accaduto l’anno scorso: uno, di colore viola, riportava il 1522 — il numero di emergenza — e frasi come “il mio ragazzo mi controlla il telefono” o “non mi lascia uscire con i miei amici”. C’erano poi manifesti rosa con disegni astratti in nero e rosso, a rappresentare il sangue delle donne uccise da ex compagni o ex mariti.
L’episodio richiama alla memoria quanto avvenuto nel giugno precedente al liceo Visconti, dove era stata trovata una “lista delle conquiste”, redatta da cinque studenti all’epoca maturandi. Il foglio, affisso all’interno della scuola, era stato riconosciuto da un docente, che aveva poi cercato conferme. In una successiva assemblea straordinaria convocata per affrontare il tema, i cinque autori si erano fatti avanti.






