Bologna, 29 agosto 2025 – Un muro sotto il portico di San Luca, a Bologna, è stato recentemente imbrattato con scritte sessiste e insulti misogini, suscitando forte indignazione nella comunità locale. Il portico, noto per essere il più lungo d’Europa e patrimonio Unesco, conduce al Santuario della Madonna di San Luca, un luogo di grande valore religioso e identitario per la città.
Le scritte sessiste e il fenomeno del doxing
La denuncia è stata lanciata dall’avvocata Camilla Guidotti dello studio Wildside, nota per il suo impegno nella difesa dei diritti antidiscriminatori. Attraverso un post su Instagram, Guidotti ha raccontato la sua amarezza nel constatare che il muro è stato coperto da decine di frasi di “rara volgarità”, caratterizzate da insulti sessisti, offese misogine e persino dati personali sensibili, come numeri di telefono e località di residenza di alcune vittime. Questa pratica, definita dall’avvocata come una forma di doxing, consiste nella diffusione pubblica di informazioni private con il fine di umiliare, minacciare o intimidire.
“Non si tratta di vandalismo o di uno scherzo, ma di una vera e propria violenza che deve essere riconosciuta e contrastata”, ha sottolineato Guidotti, evidenziando la gravità delle scritte che umiliano e sessualizzano le donne in maniera offensiva e intimidatoria.
Intervento della Curia di Bologna per la rimozione
Immediata è stata la reazione della Curia di Bologna, che, in collaborazione con gli operai impegnati nei cantieri di restauro lungo il portico, ha avviato le operazioni di pulizia per cancellare le scritte offensive. Le tecniche di rimozione saranno attentamente selezionate per rispettare la delicatezza del patrimonio storico e artistico del luogo.
Il portico di San Luca, frequentato quotidianamente da residenti, studenti e turisti, è così oggetto di un intervento che mira a ripristinare la dignità e il decoro di uno dei simboli più rappresentativi della città felsinea.






