Dopo gli scontri verificatisi a Roma al termine del corteo pro Palestina di sabato scorso, due manifestanti arrestati sono stati rilasciati dalle autorità giudiziarie. I due, un 19enne proveniente dalla provincia di Padova e un 39enne di Bologna, erano accusati di vari reati tra cui violenza e resistenza a pubblico ufficiale, oltre a lesioni aggravate.
Scontri a Roma, arresti e rilascio: le dinamiche degli eventi
Il giovane 19enne era stato fermato nella zona di via Merulana, mentre il 39enne era stato bloccato in via Santa Croce in Gerusalemme, ritenuto responsabile del lancio di bottiglie e di una sedia contro le forze dell’ordine. I giudici hanno disposto che i processi per gli indagati vengano fissati tra aprile e maggio del prossimo anno, motivando così il rilascio provvisorio dei due manifestanti.
Nel corso del corteo, che ha visto la partecipazione di centinaia di persone, si sono verificati momenti di tensione culminati in vere e proprie guerriglie urbane. Le forze dell’ordine hanno dovuto fronteggiare barricate improvvisate, con cassonetti e tavolini rovesciati, bottiglie e bombe carta lanciate contro i blindati della polizia in via Merulana e nelle vie limitrofe.
Reazioni e contesto cittadino
Il giorno successivo agli scontri, gli abitanti del quartiere Esquilino hanno espresso una netta distinzione tra il corteo pacifico e le azioni violente di pochi, definendo i raid come opera di “delinquenti” e ribadendo il carattere pacifico della protesta. Nel frattempo, il prefetto di Roma ha commentato che “i violenti hanno perso”, sottolineando l’impegno delle autorità nel ristabilire l’ordine.






