Roma, 4 ottobre 2025 – Si è concluso con violenti scontri a Roma il corteo Pro Pal, che aveva registrato una partecipazione massiccia e pacifica di oltre 600mila persone. Dopo una lunga e ordinata manifestazione, una minoranza di manifestanti si è staccata dal gruppo principale dando vita a episodi di guerriglia urbana in diverse zone della capitale.
Guerriglia urbana a Roma dopo il corteo Pro Pal

Il corteo Pro Pal, partito da Porta San Paolo e diretto verso piazza San Giovanni, ha visto la presenza di migliaia di manifestanti provenienti da tutta Italia, con un appello a raggiungere il milione di partecipanti. Tuttavia, al termine della protesta, un centinaio di persone si è separata dal corteo principale e ha iniziato a lanciare bottiglie e bombe carta contro le forze dell’ordine in via Merulana, uno dei punti sensibili del percorso.
Le tensioni si sono rapidamente estese a largo Brancaccio, dove sono state necessarie le cariche con idranti e l’uso di lacrimogeni per contenere gli scontri. Sono intervenuti anche i Vigili del Fuoco per domare incendi che hanno coinvolto cassonetti e un’automobile. Le forze dell’ordine, equipaggiate con tenute antisommossa, hanno effettuato numerosi interventi per disperdere i manifestanti violenti, che hanno risposto con il lancio di bottiglie di vetro e petardi.
Secondo la Questura, sono stati identificati circa duecento individui ritenuti appartenenti a collettivi antagonisti, responsabili dei disordini. Il percorso ufficiale del corteo non ha subito deviazioni, ma le aree intorno al Colosseo, via Labicana e via Merulana sono state particolarmente critiche, con episodi di guerriglia urbana che hanno messo a dura prova l’ordine pubblico.
Reazioni istituzionali e piano di sicurezza
La premier Giorgia Meloni ha espresso un sentito ringraziamento alle forze dell’ordine, riconoscendo il loro impegno nel gestire una situazione complessa e pericolosa. “La mia vicinanza va a tutti gli agenti rimasti feriti – ha dichiarato – la loro professionalità e il loro coraggio rappresentano un presidio indispensabile per la sicurezza della nostra Nazione”.
Il piano di sicurezza predisposto dalla Questura di Roma ha previsto un massiccio dispiegamento di poliziotti, carabinieri e finanzieri, con controlli serrati nei principali punti di accesso alla città, inclusi caselli autostradali e stazioni ferroviarie. Le autorità hanno monitorato chat e social network per prevenire possibili infiltrazioni da parte di frange estremiste, in particolare dopo che episodi simili avevano già causato disordini in altre città italiane nelle settimane precedenti.
Le bonifiche preventive del percorso e la rimozione di veicoli e cassonetti hanno rappresentato misure precauzionali per limitare il rischio di ulteriori episodi di violenza durante la manifestazione. Nonostante l’impegno delle forze dell’ordine, la serata si è conclusa con danni materiali, tra cui barricate incendiate e un’auto data alle fiamme, segnando una giornata di protesta che ha alternato momenti di pacifica espressione a fasi di grave tensione.






