Olbia, 28 novembre 2025 – Prosegue il mistero intorno alla scomparsa di Rosa Bechere, 62enne di Olbia scomparsa da oltre tre anni, il cui caso è stato recentemente riaperto dalla Procura generale. I carabinieri del Ris di Olbia hanno effettuato nella serata di ieri una perquisizione nella casa di Maria Giovanna Meloni e Giorgio Beccu, la coppia indagata per la scomparsa della donna, di cui non si hanno notizie dal 25 novembre 2022. Gli investigatori ipotizzano che la donna possa essere stata uccisa e che il suo corpo sia stato nascosto all’interno dell’abitazione dei due, in via Pietro Aretino, forse in una botola o in un vano nascosto. Meloni e Beccu hanno aperto la porta ai militari alla presenza dei loro legali, Giampaolo Murrighile e Angelo Merlini.
Nuove indagini sulla scomparsa di Rosa Bechere
Il fascicolo sulla scomparsa della 60enne è stato riaperto nelle scorse settimane, dopo l’opposizione dei familiari all’archiviazione. Gli inquirenti sono ora alla ricerca di nuovi elementi che possano far luce sulla sorte della donna, invalida, svanita nel nulla tre anni fa dalla sua abitazione popolare di via Petta.
Secondo la ricostruzione accusatoria del 2022, Bechere avrebbe fatto entrare in casa la coppia, ritenuta all’epoca sua amica. Meloni e Beccu avrebbero approfittato dell’incontro per stordirla con una massiccia dose di benzodiazepine e sottrarle denaro e carte di credito. Da allora risultano indagati per reati minori legati al furto dei pochi risparmi della donna, compresi i circa 9.000 euro di arretrati Inps che avrebbe dovuto ricevere nel dicembre di quell’anno.
Il processo per furto e le nuove ipotesi sulla morte
La coppia è attualmente sotto processo in rito abbreviato per i reati minori. Per l’eventuale omicidio, invece, non essendoci prove decisive, era stata richiesta l’archiviazione. A contestarla sono stati i legali dei familiari della 60enne: Abele Cherchi, Cristina Cherchi ed Edoardo Morette.
Gli investigatori, con i nuovi accertamenti, vagliano l’ipotesi che Bechere possa essere morta in seguito alla somministrazione delle benzodiazepine e che il corpo sia stato nascosto dopo il decesso. Finora, però, non è mai emersa alcuna prova che confermi questa ipotesi.
Le operazioni in via Pietro Aretino sono andate avanti fino a tarda sera. Oltre alla casa, i carabinieri hanno esaminato accuratamente le auto della coppia: una è stata analizzata per la prima volta, mentre l’altra – la stessa che sarebbe rimasta parcheggiata a lungo vicino all’abitazione della scomparsa – è stata sottoposta a test con il luminol.



