Roma, 13 novembre 2025 – Proseguono le indagini sotto la Casa del Jazz, situata in via Cristoforo Colombo, a Roma, dove da giovedì mattina sono in corso scavi e ispezioni nelle gallerie sotterranee mai esplorate prima. L’operazione, condotta da carabinieri, polizia e unità cinofile molecolari, si concentra sulla ricerca di possibili resti del giudice Paolo Adinolfi, scomparso misteriosamente nel 1994.
Scavi sotto la Casa del Jazz: un bene confiscato alla criminalità organizzata

La Casa del Jazz, punto di riferimento culturale della capitale, è stata edificata su un immobile confiscato alla malavita organizzata, in particolare a Enrico Nicoletti, ritenuto il cassiere della Banda della Magliana. Nicoletti, morto nel 2020, è stato una figura chiave della criminalità romana, con una lunga storia di legami con clan e politici, e proprietario di numerose proprietà sequestrate, tra cui proprio l’immobile dove ora si stanno effettuando gli scavi.
Le gallerie sotterranee indagate risalgono presumibilmente a epoche antiche e mai erano state oggetto di ispezioni approfondite. La Prefettura ha disposto l’intervento a seguito di una richiesta dell’ex giudice Guglielmo Muntoni, e il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica ha approvato l’avvio delle operazioni. Tecnici della Sovrintendenza, unitamente alle forze dell’ordine e al nucleo del soccorso alpino della Guardia di Finanza, partecipano alle verifiche.
La scomparsa di Paolo Adinolfi e i misteri irrisolti
Il giudice Paolo Adinolfi, esperto in fallimenti societari e da poco nominato alla Corte d’Appello di Roma, sparì il 2 luglio 1994 dopo essere uscito da casa in via della Farnesina con il proposito di tornare a pranzo. Da allora non si ebbero più sue notizie. La sua auto fu ritrovata nel quartiere del Villaggio Olimpico, ma di lui nessuna traccia.
Nel corso degli anni, l’indagine sulla sua sparizione è stata archiviata, ma mai completamente chiusa. Adinolfi aveva seguito il fallimento della società Fiscom, collegata a servizi segreti deviati e alla Banda della Magliana, e il fallimento della Ambra Assicurazioni. Nel primo caso, Enrico Nicoletti fu condannato in primo grado, alimentando l’ipotesi che il giudice possa essere stato ucciso e occultato in proprietà riconducibili a Nicoletti, come appunto quella oggi sede della Casa del Jazz.
Il figlio di Adinolfi, Lorenzo, ha commentato l’avvio degli scavi con la cautela di chi attende risposte: “Va ricordato assieme ai colleghi uccisi in servizio. Quello di mio padre non fu un suicidio né un allontanamento volontario“.
L’operazione in corso rappresenta una delle poche svolte concrete a trentuno anni dalla misteriosa scomparsa del magistrato, con l’obiettivo di fare luce su uno dei casi più enigmatici della giustizia italiana.
Fonte: Stefano Chianese - Scavi sotto la Casa del Jazz a Roma, si cercano i resti del giudice Adinolfi





