Milano, 10 ottobre 2025 – Due detenuti sono deceduti tra la serata di ieri e le prime ore di questa mattina all’interno del carcere di San Vittore a Milano, entrambi per arresto cardiaco. Si tratta di due uomini, uno di origine marocchina e l’altro di origine peruviana. Da venerdì scorso è in corso una perquisizione straordinaria da parte della polizia penitenziaria, finalizzata a chiarire le cause che hanno portato ai decessi.
Il carcere di San Vittore: storia e criticità attuali

Il carcere di San Vittore, situato in piazza Filangieri 2, è uno degli istituti penitenziari più noti d’Italia. Costruito tra il 1872 e il 1879, rappresenta un esempio di architettura penitenziaria a forma di panopticon, pensata per favorire la sorveglianza dei detenuti. La struttura originaria prevede sei bracci, ognuno con diverse celle e spazi di passeggio individuali, progettata per impedire la comunicazione tra i reclusi.
Nonostante la sua storica importanza, San Vittore è noto anche per le difficoltà legate al sovraffollamento e alle condizioni di vita dei detenuti. La capienza ufficiale è di circa 450 posti, ma a giugno 2025 il numero dei detenuti superava gli 1.100, con un sovraffollamento del 247%. Questo ha un impatto diretto sulla qualità della vita all’interno dell’istituto, dove spesso si registrano carenze di personale e risorse. Secondo testimonianze raccolte, molti detenuti soffrono di problemi di tossicodipendenza e disturbi psichici, con un accesso limitato ai servizi sanitari e di supporto.
Le indagini in corso e il ruolo della polizia penitenziaria
In seguito ai due decessi recenti, la polizia penitenziaria ha avviato una perquisizione straordinaria all’interno del carcere per individuare eventuali cause e responsabilità. Il Corpo di polizia penitenziaria, istituito nel 1990 e dipendente dal Ministero della Giustizia, svolge funzioni di gestione, sorveglianza e sicurezza all’interno degli istituti penitenziari, garantendo l’ordine e la tutela dei diritti dei detenuti.
Il personale è spesso impegnato in situazioni di grande complessità, dovendo affrontare sovraffollamento, carenze di risorse e la necessità di garantire la sicurezza sia ai detenuti che agli operatori. Recenti rapporti evidenziano anche difficoltà nella comunicazione tra detenuti e famiglie, con procedure burocratiche complesse per le telefonate e scarse opportunità di socializzazione e attività lavorative. Tutto ciò contribuisce a rendere l’ambiente del carcere particolarmente delicato.
Le indagini in corso mirano a chiarire se i decessi per arresto cardiaco siano riconducibili a cause naturali o se vi siano state condizioni aggravanti all’interno dell’istituto. La perquisizione straordinaria è un passo importante per fare luce sull’accaduto e garantire la sicurezza e il benessere di tutti i detenuti presenti a San Vittore.






