Milano, 29 settembre 2025 – Questa mattina, piazza della Scala a Milano si è trasformata in teatro di un acceso presidio contro la possibile vendita dello stadio Giuseppe Meazza di San Siro, attualmente al centro di un acceso dibattito nel Consiglio comunale. La manifestazione, organizzata da diversi comitati cittadini riuniti nella Rete Comitati della Città Metropolitana di Milano, ha visto la partecipazione anche di esponenti politici, tra cui rappresentanti del Movimento 5 Stelle e di Potere al Popolo.
La protesta contro la vendita di San Siro: motivazioni e attori coinvolti

Il presidio in piazza della Scala è stato convocato in concomitanza con la seduta del Consiglio comunale chiamato a decidere sul progetto di cessione dello storico impianto sportivo di proprietà comunale a favore delle società calcistiche Milan e Inter. I manifestanti contestano principalmente il prezzo di vendita, giudicato troppo basso rispetto al valore reale dell’impianto, e sollevano preoccupazioni sulle conseguenze ambientali dovute ai lavori di ristrutturazione e alla costruzione del nuovo stadio. Un altro punto critico sottolineato è la futura accessibilità dello stadio per i cittadini, che potrebbe subire limitazioni significative.
I comitati, insieme ad alcune forze politiche di sinistra e ambientaliste come il Movimento 5 Stelle, hanno espresso la loro contrarietà a una delibera che definiscono una “svendita” e che considerano un danno non solo economico ma anche urbano e ambientale per la città di Milano. Piero, rappresentante del comitato Colibrì, ha dichiarato: “San Siro viene svenduto a un prezzo inferiore a qualunque dei top player di Milan e Inter. Il Consiglio comunale è stato completamente scavalcato, decide sempre e solo l’uomo al comando”.
Il voto decisivo in Consiglio comunale e le posizioni ufficiali
Oggi è una giornata cruciale per il futuro dello stadio Meazza. Il Consiglio comunale è chiamato a votare la delibera che prevede la vendita dell’impianto a Milan e Inter per 197 milioni di euro, oltre al via libera al progetto del nuovo stadio voluto dalle due società. La maggioranza di centrosinistra può contare su 32 voti, mentre il centrodestra si divide: Forza Italia ha annunciato l’uscita dall’aula per non ostacolare l’approvazione, che richiede almeno 25 voti favorevoli.
Presente in aula il sindaco Giuseppe Sala insieme a tutta la giunta, la seduta è convocata ad oltranza per rispettare la scadenza del 30 settembre, data ultima per l’accettazione dell’offerta da parte dei club. Durante la discussione si attendono interventi sui circa 60 emendamenti presentati.
Il presidente del Milan, Paolo Scaroni, si è detto fiducioso: “Il progetto farà bene a Milano, al calcio milanese e a quello italiano”. Anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha sottolineato l’importanza di questa trasformazione per assicurare la presenza di Milano nelle competizioni internazionali, come Euro 2032.
La protesta in piazza continua a farsi sentire, con esponenti della Rete dei comitati milanesi che definiscono la delibera “una sciagura per la città”, denunciando il rischio di danni ambientali, economici e urbanistici legati alla demolizione dello storico impianto. Il futuro di San Siro resta così ancora in bilico, tra l’approvazione del Consiglio e la mobilitazione dei cittadini contrari alla vendita.





