Livorno, 7 ottobre 2025 – Una manifestazione di protesta ha accolto Matteo Salvini e altri ministri del governo Meloni durante un evento elettorale della Lega a Livorno, in vista delle elezioni regionali in Toscana. La contestazione è stata particolarmente intensa, con cori, insulti, lanci di uova e persino calci all’auto di un ministro.
Contestazioni a Livorno: tensioni durante l’evento della Lega
Oltre un centinaio di manifestanti si sono radunati davanti a Palazzo Pancaldi, dove Salvini e i ministri erano attesi. Le forze dell’ordine, in assetto anti-sommossa, hanno presidiato gli ingressi, mantenendo la protesta a distanza di sicurezza. I manifestanti hanno rivolto insulti, definendo “fascisti” i membri del governo al loro arrivo. Salvini, nonostante la situazione tesa, ha risposto con gesti di “pacificazione”, lanciando baci verso i contestatori.

Il vicepremier ha raccontato le difficoltà incontrate per raggiungere la sede dell’evento: “Non solo i ministri, ma anche i cittadini hanno subito aggressioni, con lanci di uova, sputi e calci. Valditara ha avuto la sua auto presa a calci”. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, arrivato a piedi, è stato atteso con attenzione per garantire la sua sicurezza.
Motivazioni della protesta a Livorno e posizione di Salvini
La protesta è stata principalmente legata alle posizioni espresse da Salvini riguardo al conflitto israelo-palestinese, in particolare al massacro nella Striscia di Gaza seguito agli attacchi del 7 ottobre di due anni fa. Il leader della Lega ha definito l’accaduto “una brutta pagina della democrazia” e ha espresso dubbi sulla presa di posizione del Partito Democratico, a detta sua “soprattutto dopo gli eventi legati a Landini”.
Inoltre, Salvini ha rilanciato la sua proposta di legge per responsabilizzare chi partecipa a manifestazioni che causano danni. L’idea è quella di far pagare una cauzione personale a chi organizza o partecipa a cortei che provocano danni materiali, come quelli registrati recentemente alla stazione centrale di Milano durante lo sciopero generale per la Palestina. “Se lasci la città intatta, nulla da dire; ma se fai danni, paghi tu, non la collettività”, ha sottolineato il leader leghista, annunciando che farà da apripista in occasione della manifestazione che la Lega organizzerà a Milano a febbraio.
Questa iniziativa, già respinta da Forza Italia, rappresenta un ulteriore punto di frizione nel dibattito sulle modalità di protesta in Italia.




