Roma, 15 settembre 2025 – È iniziato tra emozione e attesa il nuovo anno scolastico al Liceo Scientifico Augusto Righi di Roma, dove il primo giorno di scuola ha visto protagonisti studenti, genitori e insegnanti impegnati a inaugurare una stagione all’insegna di importanti novità. Al centro del dibattito, tra chi ha scattato la consueta foto davanti al portone e chi ha accompagnato i figli con un misto di serenità e preoccupazione, si è confermata la direttiva ministeriale che vieta l’uso dei cellulari in classe durante le lezioni, comprese le interrogazioni orali.
Il parere dei genitori sul divieto dei cellulari

Tra i genitori che hanno espresso il loro punto di vista, prevale un consenso significativo rispetto alla nuova misura. Un padre ha commentato: “I cellulari rincoglioniscono i ragazzi. Bisogna evitarli almeno a scuola, per lasciare spazio alla memoria e allo studio vero, che va fatto a casa. Il telefonino è isolamento, non aiuta la socializzazione né la preparazione.” Una madre ha aggiunto: “I ragazzi sono già troppo assorbiti dallo schermo durante la giornata. In classe è giusto che non lo usino, perché è una distrazione e non aiuta a concentrarsi“.
Un altro genitore ha sottolineato come la presenza dei cellulari nelle aule abbia ormai superato il limite, coinvolgendo anche i test scolastici: “È un’ottima novità anche perché i cellulari ormai entrano persino nei test scolastici. Ma in realtà tolgono attenzione e relazione: è importante che a scuola si torni a parlare tra persone.” L’atmosfera generale, tra sorrisi e qualche sguardo preoccupato dei più piccoli, resta comunque improntata alla fiducia e al desiderio di un ambiente scolastico più sano e partecipativo.
La tendenza nazionale alla “de-smartphonizzazione” nelle scuole
L’esperienza del Liceo Righi si inserisce in un più ampio contesto nazionale di restrizioni sull’uso degli smartphone nelle scuole italiane. Diverse realtà, come il Liceo Malpighi di Bologna e i licei Poliziani di Montepulciano, adottano regolamenti severi che prevedono il sequestro dei cellulari all’ingresso e la loro restituzione solo durante l’intervallo o all’uscita. Un’indagine di Studenti.it conferma che nel 26% degli istituti gli smartphone vengono trattenuti per tutta la durata delle lezioni.
I dirigenti scolastici sottolineano l’importanza di ricostruire relazioni dirette tra studenti, specialmente dopo gli anni di didattica a distanza imposti dalla pandemia. Giovanni Cogliandro, preside dell’IC Mozart di Roma, afferma: “La scuola vive di relazioni e di sguardi che il cellulare distrae e ottunde“. Allo stesso modo, Amanda Ferrario, dirigente dell’Istituto Superiore di Busto Arsizio, evidenzia come l’assenza del cellulare favorisca la socializzazione e la partecipazione agli eventi scolastici: “A teatro o al cinema si tiene acceso il telefono? No! E a scuola abbiamo molto da dare anche digitale e online, senza il cellulare“.
In alcune scuole, tuttavia, si cerca un equilibrio tra uso didattico e restrizione, affidando agli insegnanti la gestione consapevole dello strumento. Cristina Costarelli, rappresentante dei presidi del Lazio, spiega: “I ragazzi hanno il telefono con sé e la gestione è affidata ai docenti. Ci sono momenti in cui non va usato, ma può essere strumento didattico.” Altri dirigenti invitano a non demonizzare lo smartphone, ma a promuoverne un utilizzo responsabile e formativo.
L’adozione della direttiva anti-cellulari al Liceo Righi di Roma, pertanto, si colloca in una più ampia riflessione educativa e sociale che coinvolge famiglie, insegnanti e istituzioni scolastiche, con l’obiettivo di valorizzare la concentrazione, l’apprendimento e la relazione umana all’interno delle aule.
Fonte: Stefano Chianese - Scuola, primo giorno al Righi di Roma. Genitori approvano lo stop ai cellulari






