Un imponente blitz contro il clan Senese è stato condotto questa mattina a Roma dai carabinieri del Comando Provinciale, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) della Procura capitolina. Sono stati eseguiti 14 arresti nei confronti di esponenti della criminalità organizzata, accusati di gravi reati aggravati dal metodo mafioso, tra cui tentato omicidio, estorsione, detenzione illegale di armi e tentato sequestro di persona.
Maxi operazione antimafia: la dinamica degli arresti
L’operazione, avviata all’alba, ha visto impegnati reparti specializzati dell’Arma dei carabinieri nell’esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Roma. Tra gli episodi più gravi contestati figura un tentativo di sequestro di persona e una tentata estorsione ai danni di un gioielliere romano. L’estorsione era collegata agli interessi di due clan rivali: il clan Senese, con a capo Angelo Senese, fratello del noto Michele Senese, e il clan camorristico dei Di Lauro della provincia di Napoli. In particolare, un malvivente locale avrebbe finto di essere emissario del clan Senese, provocando una violenta reazione da entrambe le organizzazioni criminali con richiesta di risarcimento.
Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo di Roma e coordinate dalla DDA, hanno fatto emergere responsabilità in due tentati omicidi, una fitta rete di spaccio e altre attività illecite riconducibili al clan Senese, che continua a esercitare una forte influenza criminale in vari quartieri della capitale.
Il ruolo di Michele Senese e la struttura mafiosa del clan
Michele Senese, noto come “‘o Pazzo”, è considerato il fondatore e boss della famiglia criminale che domina il mercato della droga e altri affari illeciti a Roma. La sua figura, già condannata a 30 anni per l’omicidio di Giuseppe Carlino e recentemente condannata a 11 anni con l’aggravante mafiosa, rappresenta la forza intimidatrice e il regolatore dei conflitti tra le organizzazioni malavitose della Capitale. Nonostante la detenzione, Senese riusciva a coordinare le attività del clan tramite messaggi criptati scambiati con familiari durante i colloqui in carcere.
La sentenza di Appello bis del gennaio 2025 ha riconosciuto la struttura mafiosa del clan, sottolineandone il controllo su imprenditori locali e il predominio nel traffico di stupefacenti. Il sodalizio si avvale di legami con altre organizzazioni criminali, tra cui la camorra e la ‘ndrangheta, consolidando un impero criminale ramificato in diversi quartieri romani, tra cui Tuscolano, Cinecittà e Tor Bella Monaca.
Le perquisizioni sono tuttora in corso, alla ricerca di ulteriori prove che possano confermare e ampliare le accuse a carico degli arrestati. L’operazione rappresenta un altro importante colpo alla criminalità organizzata nella Capitale, nel quadro delle strategie della DDA per contrastare le mafie a Roma.






