Decine di persone si sono radunate oggi in piazza Santi Apostoli a Roma per un sit-in organizzato dall’associazione Setteottobre in difesa delle comunità ebraiche e contro l’antisemitismo crescente in Italia. L’evento ha visto la partecipazione di esponenti della comunità ebraica romana e di alcuni politici, tra cui Pina Picierno del Pd e Maria Elena Boschi di Italia Viva.
Sit-in contro l’antisemitismo a Roma e le parole di Stefano Parisi
Durante la manifestazione, Stefano Parisi, presidente di Setteottobre e noto manager ed ex politico italiano, ha denunciato una situazione preoccupante nel Paese: “In Italia stiamo andando verso un regime dove non è più possibile parlare. Accade in tutte le università italiane e non sono episodi isolati”. Parisi ha sottolineato in modo netto che “non c’è nessun genocidio a Gaza. Israele sta difendendo sé stessa”.
Parisi, figura di rilievo pubblico con una lunga carriera che spazia dalla politica all’imprenditoria, è anche presidente dell’associazione che ha promosso il sit-in. La sua posizione si inserisce in un contesto di forte tensione sul tema del conflitto israelo-palestinese, che si riflette nel dibattito pubblico italiano.
Il sostegno delle comunità ebraiche e il richiamo alla sicurezza
La manifestazione ha raccolto l’adesione di oltre 50 realtà associative e ha visto la presenza del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, del presidente della comunità ebraica romana, Victor Fadlun, e della presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni. I partecipanti hanno espresso con forza la loro richiesta di sicurezza e di rispetto della libertà di essere ebrei in Italia, chiedendo che gli ebrei tornino a sentirsi al sicuro nel Paese.
I manifestanti hanno anche rivendicato il diritto alla libertà di espressione in un momento in cui, secondo Parisi, cresce l’odio antiebraico. Il presidio si è svolto in un clima di forte attenzione verso il tema dell’antisemitismo, che continua a essere un problema significativo nel panorama sociale italiano.
L’iniziativa di oggi rappresenta un momento di mobilitazione civile per contrastare ogni forma di discriminazione e per difendere i valori democratici alla base della convivenza civile.






