Atterrati all’aeroporto di Fiumicino, con loro anche 17 spagnoli
Circa 100 cittadini italiani e 17 spagnoli sono rientrati a Roma nella notte, dopo essere stati bloccati a causa degli scontri recenti tra milizie rivali a Tripoli. L’operazione di evacuazione, coordinata dall’ambasciata d’Italia in Libia, ha visto la partecipazione attiva del personale dei carabinieri e della Presidenza del Consiglio. I connazionali sono stati accompagnati in sicurezza all’aeroporto di Misurata, situato a est della capitale libica, da dove si sono imbarcati su un volo speciale operato da Medsky Airways, atterrando a Fiumicino intorno all’una di notte.
La situazione a Tripoli
Tra i rientrati, molti si trovavano a Tripoli per partecipare alla 16esima edizione della “Libya Build”, la fiera più importante del Nord Africa dedicata al settore dell’edilizia. Un sessantenne, parte di un gruppo di connazionali, ha raccontato che all’inizio della fiera, martedì scorso, la situazione sembrava relativamente tranquilla, nonostante un’atmosfera tesa, segnata dalla competizione tra le milizie per il controllo di alcune aree della città. “Nessuno si aspettava che la situazione potesse degenerare così rapidamente”, ha spiegato, evidenziando come dopo una giornata di lavoro, il conflitto sia esploso in piena notte, costringendo i partecipanti a rinunciare alla fiera il giorno successivo.
L’intensificarsi degli scontri
Gli scontri, iniziati in modo sporadico, si sono intensificati rapidamente. “Ci hanno parlato di una tregua, ma eravamo tutti consapevoli che la situazione poteva riprendere”, ha continuato l’uomo, ringraziando l’ambasciata e l’Unità di crisi della Farnesina per l’efficace organizzazione del rientro. “Quando siamo partiti, fortunatamente, la situazione era relativamente calma. Spero che duri”, ha aggiunto con un sospiro di sollievo.
Esperienze personali dei rientrati a Roma
In mezzo ai rientrati, un dipendente dell’Eni ha condiviso la sua esperienza. “Ero a Tripoli per lavoro da due anni e mezzo. La sera dei disordini, ero in casa e ho sentito i primi colpi di arma da fuoco. È stata una situazione spaventosa, tanto che mi sono barricato in casa”, ha raccontato. L’azienda ha comunicato tramite messaggi WhatsApp che il personale non indispensabile poteva lasciare il Paese, consentendo così al dipendente di prendere il volo di ritorno. “Sono pronto a tornare in Libia non appena la situazione lo consentirà”, ha concluso, esprimendo un desiderio comune tra coloro che, nonostante le difficoltà, vedono nel Paese nordafricano opportunità di lavoro e sviluppo.
Questa evacuazione evidenzia la fragilità della situazione in Libia, dove le tensioni tra diverse fazioni continuano a influenzare la vita quotidiana e le attività economiche. Mentre i cittadini italiani tornano a casa, resta alta la preoccupazione per il futuro della stabilità in Libia e per il benessere di coloro che sono ancora presenti nel Paese.