Milano, 17 dicembre 2025 – Si è svolta oggi un’udienza cruciale nel processo riguardante l’accusa di revenge porn che vede coinvolti Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, e Tommaso Gilardoni. La giudice ha riconosciuto l’esistenza del reato nei confronti della giovane parte lesa, ma ha ritenuto congrua la somma di 25mila euro offerta da La Russa Jr, dichiarando contestualmente estinto il reato a suo carico. La ragazza, assistita dall’avvocato Stefano Benvenuto, ha annunciato l’intenzione di fare appello contro questa decisione.

Il processo a La Russa Jr e la sentenza: risarcimento e reazioni
Durante l’udienza odierna, l’avvocato Benvenuto ha sottolineato che, sebbene sia stato accertato il reato di diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite senza consenso, la cifra di 25mila euro offerta da Leonardo La Russa non può essere considerata un risarcimento congruo. Il legale ha citato l’Osservatorio civile che stabilisce principi di liquidazione dei danni, spesso superiori ai 50mila euro per casi analoghi di diffamazione a mezzo stampa, includendo danni morali, esistenziali e dinamico-relazionali.
La giovane parte offesa non intende accettare la somma e procederà con l’appello, ritenendo inadeguata la valutazione della giudice. Nel frattempo, nel medesimo procedimento, il giudice ha condannato a un anno di reclusione il coimputato Tommaso Gilardoni, che aveva scelto il rito abbreviato, per un altro episodio di diffusione illecita di materiale sessualmente esplicito.
La vicenda giudiziaria ha visto inoltre l’archiviazione dell’accusa di violenza sessuale nei confronti di La Russa e Gilardoni, come confermato dalla gip Rossana Mongiardo su richiesta della Procura. La decisione ha scatenato la dura reazione della ragazza, che ha definito il provvedimento “contro la mia dignità di donna” e ha affidato un nuovo mandato legale per valutare ulteriori azioni, anche a livello internazionale.
Dettagli dell’inchiesta e posizione degli imputati
Secondo gli accertamenti della Procura, il 19 maggio 2023 Leonardo Apache La Russa avrebbe inviato tramite WhatsApp a Tommaso Gilardoni un video sessualmente esplicito della ragazza, filmato senza il suo consenso e destinato a rimanere privato. Gilardoni, a sua volta, è accusato di aver inoltrato successivamente questo materiale ad altri soggetti. Le immagini sono state recuperate durante le indagini svolte dalla Polizia.
Nel corso dell’interrogatorio, La Russa ha dichiarato di aver chiesto il consenso alla ragazza prima di inviare il video, circostanza però messa in dubbio dai pm. Per quanto riguarda la presunta violenza sessuale, la gip ha ritenuto che non emergano prove sufficienti circa la consapevolezza da parte di La Russa e Gilardoni dell’incapacità della giovane di prestare consenso a causa dell’assunzione di alcol e sostanze stupefacenti. La giudice ha evidenziato che la ragazza si è dimostrata sincera e credibile, ma i video acquisiti non mostrano in modo inequivocabile una coercizione da parte degli imputati.
Nel frattempo, la difesa di La Russa ha presentato un’offerta risarcitoria e ha chiesto un percorso di giustizia riparativa, mentre la giudice ha ritenuto congrua la somma offerta e ha dichiarato estinto il reato a carico di Leonardo La Russa, senza attivare la giustizia riparativa.
La famiglia La Russa è da tempo al centro della scena politica italiana, e questo caso ha acceso un acceso dibattito pubblico sul tema della tutela delle vittime nel contesto del revenge porn.
Il procedimento giudiziario prosegue con l’appello annunciato dalla parte lesa, che intende ottenere un riconoscimento più adeguato del danno subito e una revisione della decisione riguardante l’estinzione del reato a carico di La Russa Jr. L’attenzione resta alta su un tema di crescente rilevanza sociale e giuridica, che coinvolge la protezione della privacy, la responsabilità penale e la tutela delle vittime di violenze digitali.






