Trieste, 22 novembre 2025 – La vicenda della morte di Liliana Resinovich continua a suscitare attenzione e a far emergere nuovi dettagli dalle indagini e dalle dichiarazioni degli interessati. Recentemente, la Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai legali di Sebastiano Visintin, confermando in via definitiva le evidenze medico-legali sul caso.
Caso Resinovich, Cassazione conferma: frattura alla vertebra T2 visibile nella Tac
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di Visintin, ribadendo quanto già stabilito dal gip Mangiante: la frattura alla vertebra T2 era chiaramente visibile nella Tac dell’8 gennaio 2021, un elemento che chiude la fase medico-legale delle indagini e rafforza l’ipotesi dell’omicidio. L’avvocato Nicodemo Gentile, legale di Sergio Resinovich, fratello di Liliana, ha sottolineato che la verità e il nome dell’assassino sono già documentati negli atti: “Chi l’ha uccisa è una persona che non viene da lontano ma probabilmente faceva parte del suo contesto relazionale“. Gentile ha inoltre richiamato l’attenzione su prove fondamentali come il cordino repertato e i video GoPro del 14 dicembre 2021, che presentano ancora dubbi riguardo a possibili alterazioni.
Nuovi elementi dalla perizia medico-legale e dalla testimonianza di Visintin
Il medico legale Luigi Cipolloni, intervenuto nel programma Ignoto X, ha fornito una valutazione importante sulla tempistica del decesso di Liliana Resinovich. Analizzando il contenuto gastrico, ha stimato che la morte sia avvenuta circa due ore dopo la colazione consumata alle 7:45 del mattino del 14 dicembre 2021, quindi intorno alle 9:45. Questo dato è cruciale per la ricostruzione degli eventi.
Nel frattempo, Sebastiano Visintin, indagato per l’omicidio della moglie, ha rilasciato un’intervista a Verissimo, dove si è professato innocente e ha respinto ogni accusa. Visintin ha descritto il suo rapporto con Liliana come privo di conflitti e ha negato qualsiasi responsabilità nella sua morte, affermando di non aver mai litigato con lei e di non avere un alibi specifico, ma di essersi sempre mostrato collaborativo con la polizia. Inoltre, ha criticato Claudio Sterpin, che secondo lui non ha raccontato tutta la verità sul suo rapporto con la vittima, rinfacciandogli di cancellare messaggi dal telefono di Liliana poco prima di un interrogatorio.
L’intera vicenda rimane aperta, con elementi che continuano a emergere e a richiedere un approfondimento accurato da parte degli inquirenti.





