Roma, 26 ottobre 2025 – Nuovo capitolo nella controversia tra Report e il Garante della Privacy, con al centro la figura di Agostino Ghiglia, componente dell’Autorità, e un incontro avvenuto nella sede di Fratelli d’Italia pochi giorni prima dell’irrogazione della sanzione da 150.000 euro alla Rai. La vicenda, che torna sotto i riflettori a pochi giorni dalla minaccia di querela da parte del presidente del Garante, Pasquale Stanzione, si arricchisce di nuovi dettagli sul rapporto tra politica e istituzioni indipendenti.
L’incontro in via della Scrofa e le accuse di Report
Il 23 ottobre scorso, pochi giorni prima che venisse notificata la maxi multa a Report per la messa in onda di una conversazione tra l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e sua moglie, è stato ripreso un filmato in cui Agostino Ghiglia, uno dei quattro membri del Collegio del Garante, entra nella sede di Fratelli d’Italia in via della Scrofa, dove si trovava Arianna Meloni, capo della segreteria politica del partito e sorella della premier Giorgia Meloni. Il servizio andrà in onda oggi su RaiTre e ha già suscitato un acceso dibattito politico e mediatico.
Il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, ha chiesto pubblicamente: «Che cosa si sono detti? Sarebbe interessante sapere se abbiano discusso della sanzione e quali siano stati i contenuti dell’incontro». Secondo la ricostruzione del programma, il voto favorevole di Ghiglia alla multa sarebbe stato decisivo per la decisione finale del Collegio. Fonti de Il Fatto Quotidiano indicano come favorevoli alla sanzione fin dall’inizio il presidente Pasquale Stanzione e la vicepresidente Ginevra Cerrina Feroni, entrambe con presunti legami professionali con Sangiuliano. Ghiglia, invece, avrebbe manifestato iniziale indecisione, lasciando intendere di essere stato influenzato da Fratelli d’Italia.
La replica del Garante Privacy e la difesa delle procedure
Dal primo momento, Pasquale Stanzione ha respinto con fermezza ogni accusa di interferenze politiche, annunciando azioni legali contro Report per le critiche rivolte al Garante. In una nota ufficiale diffusa dagli uffici dell’Autorità, si sottolinea la «piena indipendenza di giudizio e la libertà di determinazione dei suoi componenti». La nota spiega che la procedura di voto adottata è quella ordinaria, che prevede una fase istruttoria, la presentazione di uno schema di provvedimento e la successiva deliberazione collegiale a maggioranza, con il voto del presidente che prevale in caso di parità.
Nel caso specifico della sanzione comminata a Report, si afferma che «dopo ampia discussione, il Collegio ha deliberato in linea con la proposta degli uffici», confermando la regolarità della procedura e ribadendo l’autonomia decisionale dell’Autorità.
Le reazioni politiche e le tensioni in Vigilanza Rai
Non si sono fatte attendere le critiche da parte delle opposizioni in Commissione Vigilanza Rai. I deputati del Partito Democratico hanno definito «inaudito» l’incontro di Ghiglia nella sede di Fratelli d’Italia, sottolineando la «coincidenza e la tempistica» dell’episodio, che «non possono passare inosservate». Hanno chiesto alla Rai di attivarsi per tutelare Report e la libertà del servizio pubblico.
Anche i rappresentanti del Movimento 5 Stelle hanno espresso preoccupazione, definendo «estremamente inquietanti» le rivelazioni e chiedendo un’audizione urgente del presidente del Garante in Vigilanza Rai per fare chiarezza.
Dal fronte della maggioranza, il senatore di Fratelli d’Italia Costanzo Della Porta ha definito le accuse di Report come «strumentali», ricordando che l’attuale composizione del Garante è stata eletta nel 2020 da un Parlamento a maggioranza diversa, e che non vi sono quindi legami diretti con l’attuale governo Meloni.
La tensione in corso tra Report e il Garante della Privacy
A pochi giorni dalla maxi multa, il clima tra Report e il Garante della Privacy si è ulteriormente surriscaldato. Dopo la minaccia di querela del presidente Stanzione per le critiche di Ranucci, il conduttore ha denunciato un tentativo di intimidazione nei confronti della trasmissione, definendo la sanzione «quasi inaudita nelle proporzioni». Il sindacato Usigrai ha chiesto trasparenza sulle motivazioni della multa, sottolineando l’importanza del diritto all’informazione e l’interesse pubblico delle inchieste giornalistiche.
Il presidente Stanzione ha risposto con una nota in cui definisce «di una gravità senza precedenti» le accuse rivolte dal giornalista, ribadendo l’indipendenza del Garante e respingendo ogni ipotesi di condizionamento politico. Secondo l’Autorità, le critiche di Ranucci rischierebbero invece di influenzare indebitamente le decisioni dell’organo di controllo. Il braccio di ferro tra la trasmissione di inchiesta e il Garante prosegue, con il dibattito pubblico che si concentra ora sull’equilibrio tra tutela della privacy e libertà di informazione.






