Nel processo bis per il delitto Marco Puntorieri, il 41enne vittima di lupara bianca nel 2011
Reggio Calabria: si è concluso con un’assoluzione il processo bis per l’omicidio di Marco Puntorieri, il 41enne vittima di lupara bianca nel 2011. Edoardo Mangiola, accusato di essere il mandante, è stato assolto per non aver commesso il fatto.
La recente assoluzione di Edoardo Mangiola, presunto mandante dell’omicidio di Marco Puntorieri, ha riacceso l’attenzione sull’operato della ‘ndrangheta calabrese e sulle sue complesse dinamiche interne. Il giudice per l’udienza preliminare, Stefania Rachele, ha dichiarato Mangiola “non colpevole” al termine di un rito abbreviato che ha messo in luce dettagli significativi legati alla cosca Libri, coinvolta in questo delitto avvenuto nel 2011.
L’omicidio di Marco Puntorieri
Marco Puntorieri, 41 anni, è stato vittima di una lupara bianca, un omicidio che ha suscitato enorme clamore. La sua scomparsa, avvenuta dopo un sequestro e un’esecuzione con colpi di pistola alla testa, ha alimentato la fama oscura della ‘ndrangheta. Le indagini hanno rivelato che l’omicidio era motivato da vendette interne, in un contesto di lotte per il potere all’interno della cosca Libri.
Le indagini e le accuse
Nel 2022, la Procura Distrettuale Antimafia (Dda) di Reggio Calabria ha chiuso le indagini su Mangiola, accusato di essere il mandante del delitto. Secondo l’accusa, Mangiola si sarebbe appostato nei pressi del luogo dell’omicidio, utilizzando una videocamera per documentare le fasi cruciali dell’azione. Un file contenente video e fotogrammi è stato consegnato ai carabinieri, fornendo prove contro Domenico Ventura, uno degli esecutori, già condannato all’ergastolo nel primo processo.
La difesa e la sentenza
Il pubblico ministero, Sara Amerio, ha definito l’omicidio come parte di un “raffinato progetto criminale” volto a ridisegnare gli equilibri della cosca Libri. Tuttavia, l’avvocato difensore di Mangiola, Francesco Calabrese, ha contestato le accuse, sostenendo che non vi fossero elementi concreti a dimostrare il coinvolgimento del suo assistito. Ha inoltre messo in dubbio la credibilità delle testimonianze dei collaboratori di giustizia, ritenendole generiche e insufficienti.
La sentenza di assoluzione di Mangiola rappresenta un importante capitolo nella lotta contro la criminalità organizzata in Calabria. Resta da vedere come questo esito influenzerà le dinamiche interne della cosca Libri e le future indagini della Dda, in un contesto in cui la ‘ndrangheta continua a rappresentare una sfida significativa per le autorità.






