Regeni, il colonnello Panebianco: “Nessuna prova che fosse coinvolto in attività di intelligence”
“Chi lavora per i servizi può usare anche le chat della PlayStation”
CRONACA (Roma). “Cosa evidenzia che non c’erano attività di intelligence? Ad esempio dalle comunicazioni sul pc, dalle email, dai tabulati telefonici. Dai dati che avevamo a disposizione, forniti dall’autorità giudiziaria egiziana e da quello che ci ha fornito la famiglia. L’intelligence solitamente per comunicare in maniera clandestina usa caselle di posta elettronica che da garanzia di riservatezza, scrive in bozza un messaggio che non lascia traccia, un altro si collega con le stesse credenziali e legge il messaggio. Oppure si usano le chat della PlayStation, le chat che possono essere viste da altri e sono difficilmente visualizzabili dagli inquirenti e vengono usate. Non avevamo il suo smartphone perché le autorità non ce lo hanno fatto mai pervenire”. Così Eugenio Panebianco, colonnello dei carabinieri responsabile delle prime indagini sulla morte di Giulio. (Marco Vesperini/alanews)





