Roma, 31 luglio 2025 – Raoul Bova ha deciso di ricorrere al Garante della privacy per bloccare la diffusione dell’audio vocale che lo riguarda e che negli ultimi giorni è diventato virale online. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, i legali dell’attore sono pronti a presentare un reclamo formale già nella giornata di oggi, giovedì 31 luglio, nel tentativo di arginare la circolazione del messaggio vocale che Bova avrebbe inviato alla modella Martina Ceretti. L’intento è anche quello di chiedere sanzioni nei confronti di chi continua a condividere e rilanciare il contenuto, contribuendo alla sua diffusione.
La diffusione virale del messaggio di Raoul Bova
L’audio in questione, divenuto ormai oggetto di meme, video su TikTok e persino parodie pubblicitarie – come nel caso delle campagne social di Ryanair e Napoli Calcio – è stato reso pubblico per la prima volta da Fabrizio Corona, durante un episodio del suo programma Falsissimo, disponibile su YouTube. Nonostante la porzione di video contenente l’audio fosse riservata agli abbonati, in poche ore è stata ripresa e ripubblicata su decine di profili social, finendo rapidamente fuori controllo.
Il ruolo di Monzino e Ceretti
L’origine dell’audio porta a Federico Monzino, 29 anni, amico della modella Martina Ceretti. È stato lui, secondo quanto raccontato da Corona nella stessa puntata di Falsissimo, a consegnare il file vocale insieme ad altri messaggi scritti scambiati tra Ceretti e Bova. Monzino afferma di averlo fatto con l’autorizzazione della modella, che a sua volta conferma, pur precisando che l’autorizzazione sarebbe stata concessa “in buona fede” e senza voler danneggiare nessuno. Le loro versioni però divergono quando si parla delle finalità: Ceretti sostiene di non aver avuto secondi fini, mentre Monzino riferisce che l’intenzione comune era quella di farle ottenere notorietà, salvo poi un ripensamento da parte della ragazza.
I messaggi anonimi e l’ombra del ricatto a Raoul Bova
Nel frattempo, prima ancora che Falsissimo andasse in onda, Raoul Bova avrebbe ricevuto messaggi dal tono minaccioso provenienti da un numero sconosciuto. Si tratterebbe di tentativi di ricatto legati proprio al contenuto destinato a diventare pubblico. Un episodio che aggiunge un ulteriore elemento critico a una vicenda che ha già assunto i contorni dello scandalo mediatico.
La posizione di Corona
Fabrizio Corona, da parte sua, ha respinto ogni accusa tramite i suoi canali social. In una storia su Instagram ha spiegato di aver ricevuto i materiali – audio e chat – direttamente da Monzino e Ceretti, senza alcuna forzatura o sotterfugio. “Non si può parlare di ricettazione – ha dichiarato – perché non c’è stata alcuna acquisizione illecita. Tutto è stato inviato spontaneamente. Se una delle due parti dà il consenso, la responsabilità è sua”. Resta tuttavia aperta la questione legale relativa alla privacy di Raoul Bova, il quale, non avendo mai acconsentito alla pubblicazione, potrebbe vedere tutelati i propri diritti in sede giudiziaria.






