Firenze, 11 novembre 2025 – Nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Firenze per la presentazione dello spettacolo teatrale “Diario di un trapezista”, il giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, ha espresso critiche decise nei confronti della posizione espressa dalla premier Giorgia Meloni sull’operato dell’Authority per la protezione dei dati personali.
Ranucci critica la posizione della premier sull’Authority
«Mi ha colpito la dichiarazione della premier quando ha detto che l’Authority “non è roba mia”», ha detto Ranucci, sottolineando come questa affermazione ignori il ruolo fondamentale che l’ente svolge nella tutela dei dati dei cittadini e nel garantire il funzionamento della democrazia. Il giornalista ha evidenziato che all’interno dell’Authority siedono membri eletti direttamente dal partito della premier e dalla Lega, ribadendo che non si può semplicemente considerare l’Autorità come un corpo estraneo o non di propria competenza.
Ranucci ha definito la gestione dell’Authority come una delle «pagine più brutte della democrazia degli ultimi anni», aggiungendo che l’inchiesta condotta da Report non è stata una reazione a sentenze giudiziarie, ma il frutto di un lavoro di due anni e di una mole significativa di documentazione raccolta. Ha invitato la politica a un «atto di coscienza» per affrontare la situazione, ricordando come alcune informazioni siano state fornite da dipendenti dell’Authority stanchi di un «andazzo vergognoso».
Sicurezza dei dati e dossieraggio politico al centro del dibattito
Il tema della sicurezza delle banche dati nazionali è tornato al centro dell’attenzione anche per via dei recenti scandali legati al dossieraggio politico, che hanno coinvolto membri del governo e parlamentari, inclusa la stessa premier Meloni. Secondo il Copasir e diverse voci politiche, le banche dati sono un «colabrodo» e sono esposte al rischio di ingerenze da parte di potenze straniere, come la Russia di Putin.
Il capogruppo di Italia Viva, Borghi, ha evidenziato che «basterebbe un attimo» per acquisire informazioni sensibili, sottolineando come sia inaccettabile che le più alte cariche dello Stato e i parlamentari non abbiano una protezione adeguata contro queste minacce. Anche esponenti di altri schieramenti hanno espresso preoccupazione per la mancanza di controlli efficaci e per la difficoltà di intervenire legalmente contro chi commette abusi all’interno delle autorità di vigilanza.
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