Roma, 6 novembre 2025 – Un acceso confronto ha animato oggi la Commissione di Vigilanza Rai riguardo alle recenti rivelazioni del giornalista Sigfrido Ranucci sul ruolo del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. Lo scambio di posizioni si è concentrato sulla richiesta di secretazione di parti dell’audizione, già parzialmente secretata in Commissione Antimafia, e sulle accuse di possibili interferenze nei confronti del giornalista.
Il dibattito sulla secretazione e le accuse di Ranucci
La scintilla è stata accesa quando la deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, ha contestato la necessità di adottare la stessa misura di secretazione in Vigilanza, sostenendo che le dichiarazioni di Ranucci non giustificassero la riservatezza, non essendo emerse informazioni particolarmente sensibili. Kelany ha inoltre definito la decisione della Commissione Antimafia, scaturita da un’interrogazione del senatore M5S Roberto Scarpinato, come “una macchinazione per aumentare un alone di mistero su una vicenda priva di fondamento”.
Di fronte a queste critiche, Sigfrido Ranucci ha ribadito pubblicamente la sua versione dei fatti: “Mi risulta che Fazzolari, dopo una nostra inchiesta sul ruolo del padre della premier Meloni, accusato di fornire droga al clan Senese, abbia ispirato l’attivazione dei servizi per identificare le mie fonti. Credo che qualcuno in questa Commissione possa confermarlo”. Ha poi precisato di non aver mai affermato che Fazzolari abbia ordinato un pedinamento nei suoi confronti, spiegando che la richiesta di secretazione mirava a evitare la divulgazione di nomi di membri dei servizi segreti durante l’udienza pubblica. Riguardo alla mancata denuncia della vicenda, Ranucci ha dichiarato: “Sono un uomo figlio delle forze dell’ordine, non una verginella. Quando lo Stato, preposto alla tutela anche della presidente del Consiglio, attiva i servizi per situazioni che potrebbero destabilizzarlo, lo trovo normale. Ho tenuto questa informazione per due anni, rivelandola solo nel Parlamento europeo a seguito di una domanda di un collega, parzialmente perché non posso rendere noti tutti gli elementi”.
Al termine della seduta, la presidente della Commissione, Barbara Floridia, ha autorizzato la secretazione a maggioranza, dopo che la deputata Augusta Montaruli ha precisato che Fratelli d’Italia non avrebbe opposto veto se tutte le altre forze politiche avessero dato il loro consenso.
Le critiche al programma Report e la risposta della Rai
Nel corso della discussione è intervenuto anche il senatore di Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon, che ha attaccato il programma televisivo Report condotto da Ranucci, accusandolo di aver concentrato negli ultimi due anni l’attenzione sull’attività politica interna, con un particolare focus sul centrodestra. Speranzon ha citato dati e grafici secondo cui il 94% dei servizi della trasmissione durante il governo Meloni si sarebbero concentrati sul centrodestra, contro un 6% dedicato al centrosinistra.

A rispondere è stato il direttore dell’Approfondimento Rai, Paolo Corsini, che ha sottolineato: “Sul pluralismo a Report sono intervenuto più volte. Ho fatto notare a Ranucci che i servizi di questa stagione sono concentrati su soggetti legati a un solo partito di governo, ma siamo solo all’inizio e mi auguro che nei prossimi mesi il programma offra un quadro più ampio”. Ranucci ha replicato puntualizzando: “Il pluralismo in Rai riguarda tutta l’azienda, non una singola trasmissione. Non ho alcuna appartenenza politica: una notizia è una notizia, senza colore politico”.
La replica di Fazzolari
“Ho annunciato un’azione legale, accompagnandola all’offerta di una possibile mediazione. Mi sarei fermato se Ranucci avesse smentito. Lui ha rifiutato e ieri, con l’aiuto di Scarpinato, ha messo in scena un altro grottesco siparietto. Se ti viene chiesto se c’è un collegamento tra l’attentato che ti ha colpito e un esponente del governo, la risposta dovrebbe essere molto chiara: ‘no’. Ranucci, al contrario, ha chiesto di secretare la sua risposta, alimentando così il sospetto che quel collegamento ci fosse davvero”, ha dichiarato Fazzolari.
Quindi adesso come agirà? “Se non andassi avanti con un’azione legale, finirei con l’avvalorare le accuse di Ranucci – ha sostenuto in un’intervista al Corriere della sera – Se invece scegliessi di tutelarmi, verrei accusato di intimidire la stampa. Immagino già i titoli di certi giornali e il tenore del dibattito in alcune trasmissioni. Le accuse sono troppo gravi per farle cadere nel vuoto. Valuterò cosa fare, anche se da più parti mi viene detto che è quasi impossibile ottenere giustizia in tribunale con Report. Io mi rifiuto di credere che sia così, ma non aiuta l’immagine di un giornalista con numerose querele che riceve la standing ovation da chi dovrebbe giudicarlo con imparzialità”.





