Roma, 20 giugno 2025 – Quasi un italiano su due si dichiara disponibile ad arruolarsi in caso di necessità, secondo un sondaggio commissionato dal ministero della Difesa e realizzato dall’Istituto Piepoli, pubblicato oggi da Qn. L’indagine, basata su 500 interviste a un campione rappresentativo della popolazione adulta, mette in luce un forte senso di identità nazionale e una disponibilità significativa a sacrificarsi per il paese, sebbene con differenze a seconda del tipo di emergenza.
Quanti italiani sarebbero disposti ad arruolarsi?
Il sondaggio rivela che il 75% degli intervistati si sente molto o abbastanza legato all’Italia, con un attaccamento più marcato nelle fasce di età più avanzate (85% tra gli over 55). Questo sentimento di appartenenza si traduce in una certa propensione a farsi carico di sacrifici per la nazione, anche se con modalità differenti. La disponibilità ad adattare le proprie abitudini è alta (67%), mentre solo il 29% sarebbe disposto a rinunciare a parte del reddito. In modo significativo, il 48% accetterebbe una temporanea limitazione delle libertà personali per motivi di sicurezza nazionale.
Interessante è la diversa propensione al sacrificio in base al tipo di crisi: la disponibilità a impegnarsi è molto più alta in caso di disastri naturali (72%) e pandemie (65%), mentre cala nettamente per scenari di guerra, con solo il 30% disposto a sacrificarsi in tal senso. Tuttavia, la disponibilità ad arruolarsi, cioè a vestire la divisa in situazioni estreme, raggiunge il 44%, un dato che riflette la crescente percezione di insicurezza dovuta alle tensioni internazionali.
Fiducia nel ministro della Difesa Guido Crosetto
Un altro dato saliente emerso dall’indagine riguarda la figura del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che gode di un buon livello di fiducia tra gli italiani, attestandosi al 43%, in crescita di 4 punti rispetto ai mesi precedenti. La sua posizione equilibrata nel contesto internazionale, con un forte sostegno all’Ucraina ma anche un impegno sui negoziati di pace, ha contribuito a consolidare il suo consenso. Complessivamente, il 51% degli intervistati valuta positivamente il suo operato, sommando giudizi “molto” e “abbastanza” favorevoli.






