La qualità della vita in Italia vede nuovamente trionfare la provincia di Trento, che riconquista il primo posto nella classifica 2025 stilata da Il Sole 24 Ore. Dopo un anno di pausa in cui si era posizionata al secondo posto, la provincia trentina riafferma la sua posizione di eccellenza, confermando l’arco alpino come il territorio più virtuoso nel garantire benessere e servizi di alta qualità ai propri cittadini. Questa 36ª edizione dell’indagine, che ha coinvolto 107 province italiane valutate attraverso 90 indicatori, vede sul podio anche Bolzano e Udine, sottolineando ancora una volta il primato del Nord Italia in termini di benessere.
Lo studio utilizza 90 indicatori, divisi in 6 grandi categorie: “ricchezza e consumi”, “affari e lavoro”, “ambiente e servizi”, “demografia, salute e società”, “giustizia e sicurezza” e “cultura e tempo libero”.
Il legame tra dati statistici e percezione soggettiva del benessere
L’analisi del Sole 24 Ore non si limita ai numeri, ma tiene conto anche della percezione soggettiva della qualità della vita. Secondo l’ultima rilevazione Istat sugli “Aspetti della vita quotidiana”, le province autonome di Trento e Bolzano registrano il più alto tasso di soddisfazione personale, con il 61,9% dei residenti che esprime un elevato grado di gradimento per la propria esistenza. Questo dato conferma come gli indicatori oggettivi – dall’aumento medio delle retribuzioni, che supera i 700 euro rispetto alla media nazionale, alla qualità dei servizi e alla sostenibilità ambientale – si riflettano positivamente sulla percezione individuale del benessere.
Il Trentino conferma la sua leadership grazie a una costanza riconosciuta nel tempo: dal 1990 a oggi, la provincia ha collezionato due ori, tre argenti e nove bronzi nelle varie edizioni dell’indagine, dimostrando un impegno continuativo nel migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti. Nel 2025 si è inoltre distinta per l’indice di sportività e per le performance nel campo dell’ecosistema urbano.
Nord-Est e grandi città: una mappa del benessere in evoluzione
La top ten della classifica resta nettamente dominata dal Nord, con province come Bergamo – vincitrice nel 2024 – Treviso, Padova e Parma che confermano la loro eccellenza. Tuttavia, la vera novità del 2025 riguarda il ritorno in auge delle grandi aree metropolitane: Bologna si posiziona al quarto posto, mentre Milano si piazza all’ottavo, dimostrando come la combinazione di competitività economica e ricchezza culturale possa mitigare le difficoltà interne tipiche delle metropoli.
Significativa è la rimonta di Roma, che guadagna ben 13 posizioni, raggiungendo il 46° posto grazie ai progressi nei servizi e nell’occupazione, malgrado permangano criticità riguardo la mobilità e l’emergenza abitativa. Seguono con miglioramenti significativi Genova (+11 posizioni), Bologna (+5) e Milano (+4). Nel Mezzogiorno, la provincia di Cagliari si distingue come la prima area metropolitana, posizionandosi al 39° posto, mentre altre realtà meridionali come Bari, Messina, Catania, Palermo, Napoli e Reggio Calabria restano nelle posizioni più basse della classifica.
Persistono le forti disuguaglianze territoriali
Nonostante segnali incoraggianti come l’aumento delle retribuzioni medie (ora a 21.032 euro) e la crescita degli impianti fotovoltaici, il divario tra Nord e Sud continua a essere marcato. La prima provincia meridionale in classifica è infatti Cagliari, al 39° posto, mentre le ultime 22 posizioni sono occupate quasi esclusivamente da province del Sud. La situazione più critica si registra a Reggio Calabria, fanalino di coda per il secondo anno consecutivo, con un peggioramento in 27 parametri su 90. Qui il tasso di povertà familiare (Isee sotto i 7.000 euro) sfiora il 41%, il reddito medio pro capite si ferma poco sopra i 15.000 euro e l’inflazione supera di gran lunga la media nazionale.
L’indagine 2025 del Sole 24 Ore evidenzia un’Italia che cerca di migliorare, ma che deve ancora affrontare sfide strutturali importanti: dall’invecchiamento demografico alla lentezza della giustizia, fino alla necessità di incentivare l’innovazione e la sostenibilità energetica. Segnali positivi emergono però dall’aumento della diffusione delle fonti rinnovabili e dalla crescita della densità degli impianti fotovoltaici, piccoli ma determinati passi verso un futuro più sostenibile.






