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Qatargate, Kaili e Giorgi in Procura a Milano: denuncia per calunnia contro Panzeri

L’audizione in Procura a Milano vede Kaili e Giorgi contestare le dichiarazioni di Panzeri nell’ambito del Qatargate, tra accuse incrociate e indagini ancora aperte

by Alessandro Bolzani
3 Ottobre 2025
Eva Kaili

Eva Kaili | EPA/JULIEN WARNAND - Alanews.it

Milano, 3 ottobre 2025 – L’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili e il marito Francesco Giorgi sono stati ascoltati in Procura a Milano come testimoni nell’ambito di una denuncia per calunnia da loro presentata contro l’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri. I due, assistiti dall’avvocato Domenico Aiello, hanno scelto di rivolgersi ai magistrati italiani dopo le dichiarazioni rese da Panzeri durante il patteggiamento con la giustizia belga, dichiarazioni che li avevano direttamente coinvolti nell’inchiesta Qatargate. L’audizione si è svolta davanti al procuratore Marcello Viola e all’aggiunto Eugenio Fusco.

L’inchiesta belga e gli arresti del 2022

L’indagine che scosse le istituzioni europee prese avvio il 9 dicembre 2022, quando le autorità belghe sequestrarono oltre un milione e mezzo di euro in contanti nascosti in valigie e arrestarono Panzeri, allora eurodeputato del Pd, insieme al suo collaboratore Francesco Giorgi e a Eva Kaili, allora vicepresidente socialista del Parlamento europeo. Per entrambi seguirono mesi tra carcere e arresti domiciliari, mentre Panzeri ottenne la scarcerazione dopo aver accettato un patteggiamento e aver collaborato con i magistrati, riempiendo verbali di accuse. Secondo l’impianto accusatorio, un gruppo di europarlamentari avrebbe ricevuto tangenti per favorire gli interessi del Qatar e del Marocco presso le istituzioni europee.

Le contestazioni contro Panzeri

Già in passato Kaili aveva contestato la validità delle parole messe a verbale da Panzeri, definendole “inattendibili”. Secondo la sua difesa, il memorandum firmato dall’ex sindacalista non avrebbe alcun valore perché sottoscritto sotto pressione, in particolare per ottenere la liberazione della moglie Maria Colleoni e della figlia Silvia, fermate in Italia ma mai consegnate alle autorità belghe. A rafforzare i dubbi sull’attendibilità del racconto di Panzeri emerse anche una registrazione clandestina realizzata da Giorgi quando si trovava ai domiciliari: in quell’occasione l’ispettore capo Ceferino Alvarez-Rodriguez ammise di non credere a quanto dichiarato dall’ex eurodeputato, accusandolo di prendere in giro gli inquirenti.

Qatargate, un’indagine ancora aperta

Nonostante il clamore mediatico, il procedimento belga è ancora pendente e procede a rilento nelle aule del Palais de Justice di Bruxelles. In Italia, invece, la vicenda ha avuto sviluppi con l’apertura di un filone d’indagine a Milano due anni fa, riguardante i fondi destinati a Equality, società collegata a familiari di Giorgi. Oggi la coppia, che continua a proclamare la propria estraneità ai fatti, ha deciso di passare al contrattacco con la denuncia per calunnia nei confronti di Panzeri, una mossa che punta a ribaltare l’impianto accusatorio e a mettere in discussione l’intero impianto delle accuse.

La presenza di Kaili in Italia

Negli stessi giorni in cui si è presentata in Procura, Eva Kaili ha partecipato a Milano alla presentazione del libro Il peccato di Eva dei giornalisti Lodovica Bulian e Giuseppe Guastella, occasione che ha riportato sotto i riflettori mediatici la sua figura e il suo caso giudiziario. La scelta di procedere contro Panzeri segna un ulteriore capitolo in una vicenda che, a quasi tre anni dall’inizio, continua a intrecciare indagini, accuse e contraccuse tra Bruxelles e l’Italia.

Tags: Eva KailiQatargate

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