ROMA, 25 APR – Inizia il presidio di manifestanti palestinesi a Porta San Paolo con il motto “Israele assassina Palestina libera. Dal fiume al Mare”. Bloccata da camionette della polizia, l’area ospita anche la Comunità ebraica per commemorare i caduti del nazifascismo
Un affollato presidio di manifestanti palestinesi è iniziato oggi, venerdì 25 aprile, a Porta San Paolo, a Roma, con lo slogan “Israele assassina Palestina libera. Dal fiume al Mare”. Questo evento ha attirato l’attenzione anche della Comunità ebraica, che si riunirà nello stesso luogo per commemorare la Liberazione dal nazifascismo, depositando una corona in onore dei caduti. La piazza, simbolo di resistenza e di lotta per la libertà, si è trasformata in un campo di tensione, con una massiccia presenza di forze dell’ordine.
Presenza di forze dell’ordine
Diverse decine di camionette dei reparti mobili della polizia hanno presidiato l’area, accompagnate da agenti in tenuta antisommossa e mezzi speciali come gli idranti. La scelta di rinforzare la sicurezza non è casuale: il 25 aprile è una data significativa per molti italiani, e la coincidenza di due eventi così carichi di significato ha alimentato il dibattito pubblico.
Organizzazione del presidio
L’Unione Democratica arabo-palestinese (Udap), insieme al Movimento studenti palestinesi, all’Associazione dei palestinesi in Italia e ai Giovani Palestinesi di Roma, ha organizzato il presidio per le 8 del mattino, esprimendo la propria volontà di non dimenticare l’importanza della Resistenza. “A 80 anni dalla Liberazione dal nazifascismo, c’è bisogno di una nuova Resistenza. Essere antifascisti oggi significa essere anche antisionisti”, hanno dichiarato i rappresentanti del movimento, sottolineando la loro posizione in un contesto globale in cui le questioni di giustizia e diritti umani sono sempre più interconnesse.
Significato di Porta San Paolo
La scelta di Porta San Paolo come luogo di incontro non è casuale; questo spazio pubblico è un simbolo di lotta e di memoria storica. L’evento ha sollevato interrogativi sulle dinamiche contemporanee del conflitto israelo-palestinese e sulla necessità di una riflessione critica su come le diverse narrazioni possano coesistere in un contesto così delicato. La tensione si fa palpabile, con la presenza di due comunità che, seppur con intenti diversi, si ritrovano a confrontarsi in un giorno che segna la lotta contro l’oppressione.






