Protesta dei precari università davanti al Rettorato di Firenze
Rossi, Cgil: “Stop allo sfruttamento. Così si lasciano fuggire cervelli all’estero”
Cronaca (Firenze). Presidio dei ricercatori precari dell’università di Firenze, davanti al rettorato di piazza San Marco, stamani. Sono anche entrati nell’atrio per alcuni minuti e hanno fatto un breve corteo. L’iniziativa c’è stata in occasione dello sciopero nazionale indetto dal coordinamento nazionale delle Assemblee precarie universitarie, che coinvolge a livello nazionale decine di migliaia di persone. Tante le ragioni alla base della protesta: il sottofinanziamento all’Università, l’Italia investe l’1,5% della spesa pubblica, un punto in meno della media Ue, i tagli contrapposti all’aumento delle spese per la difesa, quindi la riforma Bernini, “il governo sta cercando di prenderci per fame”, è stato detto dai partecipanti. E anche il sistema delle esternalizzazioni che riguarda numerosi servizi dell’ateneo, dalle mense alle biblioteche, passando per le pulizie. “Tutta l’Università pubblica si basa su lavoratori e lavoratrici precari”, sintetizza Federica Frazzetta, assegnista di ricerca alla Scuola normale superiore. I partecipanti, un centinaio, si sono ritrovati di fronte al rettorato con striscioni e tamburi, quindi dopo un’ora sono entrati nell’atrio ribadendo le ragioni della mobilitazione e contestando gli accordi dell’ateneo con università e aziende israeliane. Sono rimasti all’interno per una decina di minuti, poi sono usciti ed è partito il breve corteo diretto in piazza Brunelleschi per un pomeriggio con altre iniziative. “La precarietà pervade tutto il sistema ed è un problema che rischia di portare l’università italiana verso una crisi irreversibile”, afferma Giuseppe Lipari di Adi, l’Associazione nazionale dottorandi e dottori di ricerca in Italia. Sono i precari, aggiunge, che “permettono alle università di funzionare e che vengono sfruttati, non possono avere una vita decente e normalmente poi scelgono di lasciare l’Italia e lavorare altrove”. “Dobbiamo essere un Paese che investe e crede nell’istruzione, nell’Università e nella ricerca”, le parole di Emanuele Rossi, segretario della Flc Firenze, che ha supportato la mobilitazione insieme ai sindacati di base Usi, Cub, Adl Cobas e Clap. “Basta – conclude – ai tagli sull’istruzione sulla ricerca in favore del riarmo europeo. Noi vogliamo che si investa nei settori chiave per il futuro pacifico del nostro Paese”. (Emanuele De Lucia/alanews)