Protesta dei precari università davanti al Rettorato di Firenze
Lorenzo Lodi, ricercatore: “La riforma Bernini ci sta rendendo più ricattabili e più poveri”
Cronaca (Firenze). Stamattina sciopero del personale delle università in tutta Italia. Presidio dei ricercatori anche a Firenze, davanti al rettorato di piazza San Marco. Sono anche entrati nell’atrio per alcuni minuti e hanno fatto un breve corteo. L’iniziativa c’è stata in occasione dello sciopero nazionale indetto dal coordinamento nazionale delle Assemblee precarie universitarie, che coinvolge a livello nazionale decine di migliaia di persone. Giuseppe Lipari dell’associazione dottorandi e dottori di ricerca: “Questo è il momento in cui noi possiamo ottenere migliori condizioni contrattuali e soprattutto condizioni di lavoro decenti nelle università. Non è accettabile un Paese in cui il lavoro e la ricerca è precario a vita e spesso non ha sbocchi di carriera e di una vita stabile. Si rischia di portare l’università italiana verso una crisi irreversibile. Dobbiamo partire dall’idea di stabilizzare, contrattualizzare tutta la ricerca. Decine di migliaia di persone vengono sfruttate e non possono avere una vita decente e finiscono per lasciare il Paese e lavorare all’estero, una grande perdita per l’Italia. Così vanno perse tutte quelle coscienze che l’Italia può sfruttare nell’economia, nel mondo del lavoro. Anche l’attrazione di cervelli dall’estero è impossibile con questi salari così bassi”. “. Lorenzo Lodi, dottorando alla facoltà di Scienze Politiche della scuola Normale superiore di Firenze: “La riforma Bernini mira a precarizzare ulteriormente la ricerca, rende più ricattabili i ricercatori e più subalterni ai diktat delle imprese o ai potentati che vivono all’interno dell’università. Non è una questione solo di peggioramento della nostra condizione di lavoro e di vita, ma c’è un tentativo sempre più forte di assoggettare l’università a un progetto di privatizzazione, sempre più pericoloso nel momento in cui siamo in un contesto di riarmo e l’università è un polo centrale per le politiche militari”. (Emanuele De Lucia/alanews)