Manifestanti ucraini e dissidenti russi chiedono l’annullamento dell’evento alla Reggia di Caserta; cresce il dibattito su cultura, propaganda e rapporti con la Russia.
Milano, 19 luglio 2025 – Un presidio di protesta si è svolto oggi in Piazza dei Mercanti a Milano per manifestare contro il concerto previsto il 27 luglio alla Reggia di Caserta, diretto dal celebre Valery Gergiev. L’iniziativa, promossa da associazioni di cittadini ucraini e da dissidenti russi residenti in Italia, ha avuto come obiettivo la richiesta di cancellazione dell’evento, giudicato inaccettabile per il coinvolgimento di Gergiev, noto per il suo sostegno pubblico al presidente russo Vladimir Putin.
Protesta a Milano contro la presenza di Valery Gergiev
Durante la manifestazione sono stati esposti cartelli e striscioni che denunciavano il legame tra arte e propaganda politica, accusando il direttore d’orchestra di essere simbolo culturale della politica del Cremlino. Uno degli organizzatori ha dichiarato: “Non si può concedere un palcoscenico istituzionale a chi sostiene un regime responsabile di guerra e repressione”. La protesta si inserisce in un clima di forte tensione e polemiche che da giorni accompagna la programmazione del concerto alla Reggia di Caserta, evento inserito nella rassegna “Un’estate da Re” e finanziato dalla Regione Campania.
La Questura di Caserta, attraverso la Digos, sta monitorando attentamente la situazione in vista dell’esibizione. Fonti delle associazioni ucraine riferiscono che molti biglietti delle prime file sono già esauriti e che sarebbero stati acquistati proprio per inscenare una forma di protesta silenziosa all’interno della stessa Reggia durante il concerto.
Il dibattito politico e culturale attorno al concerto
La vicenda ha suscitato una netta presa di posizione da parte del ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ha sottolineato: “L’arte è libera e non può essere censurata. La propaganda però, anche se fatta con talento, è un’altra cosa”. Giuli ha definito il concerto di Gergiev, amico e consigliere di Putin, come un appuntamento musicale di livello ma “oggettivamente controverso e divisivo”, che rischia di trasformarsi in una cassa di risonanza per la propaganda russa, in un momento in cui l’Ucraina è ancora sotto invasione.
Dal canto suo, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha difeso la scelta di ospitare il concerto, affermando che la Regione ha dimostrato solidarietà verso i cittadini ucraini e che non intende accettare logiche di preclusione o interruzione del dialogo culturale, sottolineando come tali misure non contribuiscano alla pace.
La polemica coinvolge anche esponenti politici di rilievo: la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno ha chiesto l’annullamento dell’evento, richiamandosi al regolamento etico della Reggia di Caserta, mentre il leader di Azione Carlo Calenda ha espresso contrarietà al sostegno a chi svolge un ruolo politico attivo a favore di un dittatore nemico dell’Italia. Anche Mara Carfagna, segretaria di Noi Moderati, ha evidenziato il ruolo di Gergiev come ambasciatore del putinismo e sostenitore dell’aggressione a popoli innocenti.
Valery Gergiev, nato a Mosca nel 1953, è un direttore d’orchestra di fama internazionale con cittadinanza olandese, noto per aver diretto prestigiose orchestre come il Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, il Bolshoi di Mosca e la London Symphony Orchestra. La sua figura è da tempo al centro di controversie per il suo stretto legame con Vladimir Putin, che ha influito sulla sua esclusione da importanti incarichi internazionali a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina.
Il concerto alla Reggia di Caserta, quindi, si inserisce in un quadro complesso in cui si intrecciano arte, politica e guerra, suscitando dibattiti e reazioni contrastanti nel panorama culturale e istituzionale italiano.





