Roma, 17 settembre 2025 – Prosegue oggi a Roma il processo per la morte del ricercatore italiano Giulio Regeni, con una nuova udienza presso la prima Corte d’Assise. In tribunale si registrano come sempre grande attenzione mediatica e presenze significative a sostegno della famiglia Regeni, tra cui la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e Armanda Trentini, madre del cooperante italiano detenuto in Venezuela da oltre nove mesi.
Processo Regeni: verso le fasi conclusive del dibattimento

L’avvocato della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini, ha sottolineato che il procedimento è ormai alle battute finali e che nelle udienze odierne non sono previsti testimoni, con il dibattimento che dovrebbe concludersi a breve. La vicinanza della famiglia Trentini, rappresentata dalla madre e dalla zia di Alberto, arrestato senza accusa formale in Venezuela, è stata evidenziata come un segno di profonda solidarietà e dignità condivisa nelle battaglie per la giustizia.
Schlein ha ribadito l’impegno politico e civile nel chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni, ricordando che il processo è stato avviato grazie alla determinazione della famiglia e del movimento per la verità, noto come “popolo giallo”. Ha inoltre evidenziato come finora sia mancata una qualunque collaborazione da parte del governo egiziano, elemento che deve influenzare le relazioni diplomatiche tra Italia ed Egitto.
Il contesto storico e le difficoltà investigative
Giulio Regeni fu sequestrato al Cairo il 25 gennaio 2016, il giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir, e trovato morto il 3 febbraio successivo con evidenti segni di tortura. Le indagini italiane hanno da sempre puntato il dito contro agenti del servizio segreto interno egiziano, ritenuti responsabili del rapimento e dell’omicidio, avvenuto in un contesto di repressione politica e violazioni dei diritti umani sotto il regime di al-Sisi.
Nonostante le richieste di collaborazione, le autorità egiziane hanno spesso ostacolato il lavoro degli investigatori italiani: riprese video cancellate, testimonianze limitate e dati telefonici negati hanno rallentato le indagini. Nel 2024, grazie a una sentenza della Corte costituzionale italiana, il processo è potuto iniziare anche in assenza degli imputati egiziani irreperibili, superando così un precedente ostacolo legale.
Solidarietà e lotta per la libertà di Alberto Trentini
Accanto alle vicende giudiziarie legate a Regeni, si è registrata quest’anno la partecipazione solidale di Armanda Trentini, madre di Alberto Trentini, cooperante italiano arrestato in Venezuela da 305 giorni senza un’accusa formale né accesso a visite legali o consolari. Trentini, impegnato da anni in missioni umanitarie, è detenuto in condizioni di isolamento presso la prigione El Rodeo di Caracas.
La famiglia Trentini, insieme all’avvocato Alessandra Ballerini, ha denunciato la scarsa attenzione delle istituzioni italiane e la necessità di una maggiore pressione diplomatica sul governo venezuelano per la sua liberazione. La società civile ha promosso iniziative di sensibilizzazione e petizioni, richiedendo il rispetto dei diritti fondamentali e la tutela consolare del cooperante.
In questa nuova udienza romana, la presenza di Armanda Trentini testimonia la solidarietà tra famiglie di vittime di ingiustizie internazionali e la comune richiesta di verità e giustizia, un impegno che continua a mobilitare l’opinione pubblica italiana e le istituzioni.
Fonte: Marco Vesperini - Processo Regeni, Schlein: "Verità e giustizia, Egitto non ha mai collaborato"





