(Roma). Il cambiamento profondo del commercio ha stravolto il senso di questa festa, e non solo. A dirlo alcuni dei tanti lavoratori che per il primo maggio non resteranno a casa. Come spiega Francesco Iacovone, sindacalista dei Cobas, da quando le liberalizzazioni degli orari di vendita del governo Monti hanno comportato il lavoro anche domenicale, infatti, per il settore della grande distribuzione il primo maggio è una festa come tante a cui dire di no. “Le feste sono diventate un miraggio”, dice una giovane donna che lavora come commessa in una grande catena. Ma il giorno di festa vuol dire soprattutto stare in famiglia. Ed ecco perché rinunciare alle festività diventa insopportabile. (Noemi La Barbera/alaNEWS)
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