San Miniato (Pisa), 26 apr – Don Andrea Pio Cristiani, presidente del movimento Shalom, celebra una messa in onore di Papa Francesco al monastero delle Clarisse. Critica i nemici della Chiesa, sottolineando la necessità di riforme e di una comunità di uguali, lontana da privilegi e guerre
In un momento di profonda riflessione sulla Chiesa e sul suo futuro, don Andrea Pio Cristiani, presidente del movimento Shalom di San Miniato, ha espresso il suo disappunto nei confronti di chi, pur avendo avversato Papa Francesco durante il suo pontificato, oggi si mostra affranto per la sua scomparsa. La messa in suffragio del Papa, prevista per oggi alle 17:30 nel monastero delle Clarisse di Fucecchio, potrebbe permettere a don Cristiani di chiarire la sua posizione su questo tema delicato.
La critica all’ipocrisia di alcuni membri della Chiesa
Nella sua lettera, il sacerdote ha messo in evidenza come i critici di Francesco siano stati spesso all’interno della Chiesa stessa, evidenziando un paradosso significativo. “I peggiori avversari e denigratori li ha trovati proprio in casa”, ha affermato, riferendosi a membri del clero che, indossando le vesti ecclesiastiche, hanno ostacolato la missione riformista del Papa. Don Cristiani ha sottolineato la lotta di Francesco contro i privilegi e le ostentazioni di potere, elementi che hanno caratterizzato la Chiesa per secoli.
La denuncia delle ingiustizie sociali
Il presidente del movimento Shalom ha ampliato il suo discorso, denunciando le ingiustizie sociali e l’avidità di chi detiene il potere economico. “Altra grande corrente di nemici sono gli affamatori dei poveri”, ha affermato, richiamando l’attenzione sulla necessità di riforme radicali che affrontino le disuguaglianze globali. Francesco, secondo don Cristiani, ha incarnato una Chiesa più vicina al Vangelo, che cerca di rispondere alle esigenze di giustizia sociale.
Un appello ai cardinali per il futuro della Chiesa
Infine, il sacerdote ha messo in guardia i cardinali, che si preparano a entrare in conclave per eleggere il successore di Francesco. Ha esortato a scegliere non un potente, ma un leader che serva la verità e promuova una comunità di eguali, rifiutando nazionalismi e guerre. La sua lettera, densa di critica, invita a riflettere non solo sulla figura di Francesco, ma anche sul futuro della Chiesa in un mondo segnato da conflitti e disuguaglianze.






