Milano, 17 ottobre 2025 – Un grave attentato ha scosso il mondo del giornalismo italiano: nella notte tra giovedì 16 e venerdì 17 ottobre, un ordigno è esploso sotto l’auto di Sigfrido Ranucci, noto giornalista e conduttore della trasmissione d’inchiesta Report su Rai 3, danneggiando anche il veicolo della figlia. Un atto intimidatorio che ha suscitato forte indignazione e una immediata mobilitazione di colleghi e cittadini in tutta Italia.
Presidi in tutta Italia per difendere la libertà di stampa

In risposta all’attentato, si sono susseguite numerose manifestazioni di solidarietà in diverse città italiane. A Milano, davanti alla sede RAI, un presidio statico ha visto la partecipazione di giornalisti, rappresentanti sindacali e cittadini, tutti uniti nel difendere la libertà di stampa e il diritto all’informazione. Anche a Roma, la Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI), insieme a Usigrai e Stampa Romana, ha organizzato un sit-in davanti alla sede Rai di via Teulada, con la partecipazione dell’Ordine dei giornalisti nazionale e regionale, nonché di diverse associazioni.
Solidarietà si è espressa anche a Genova, Firenze, Aosta e Trieste, dove redazioni, associazioni di categoria e sindacati hanno ribadito che non c’è spazio per atti intimidatori che minacciano la libertà di informazione, un bene fondamentale per la democrazia. A Firenze, alla manifestazione hanno preso parte anche rappresentanti istituzionali come il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e la sindaca di Firenze, Sara Funaro.
Reazioni politiche e impegno istituzionale
Vinicio Peluffo, deputato e membro della Commissione di Vigilanza RAI per il Partito Democratico, ha definito l’attentato a Ranucci “un atto inaccettabile” e ha sottolineato la necessità di un impegno massimo da parte dello Stato. “Abbiamo chiesto che il caso venga affrontato sia in Commissione di Vigilanza che in Commissione Antimafia”, ha dichiarato Peluffo, evidenziando l’importanza di garantire trasparenza e sicurezza per i giornalisti che svolgono il loro lavoro di inchiesta.
Anche Alberto Ambrogi, vicesegretario Usigrai, ha evidenziato come l’attentato non sia solo un attacco personale a Ranucci, ma un segnale contro l’intero giornalismo d’inchiesta, che – ha detto – “dà sempre più fastidio”. Nel corso del presidio è stato ricordato come Ranucci fosse già stato oggetto di minacce in passato, vivendo sotto scorta dal 2014 a causa di minacce di morte provenienti dalla mafia.
Sigfrido Ranucci, nato a Roma nel 1961, è uno dei volti più noti e apprezzati del giornalismo investigativo italiano. Autore di numerose inchieste su mafia, traffico illecito di rifiuti e armi all’uranio impoverito, ha ricevuto numerosi premi per il suo impegno professionale e la sua dedizione alla verità. La sua attività ha spesso sollevato polemiche e attirato attenzioni per la sua incisività e rigore.
L’attentato della scorsa notte rappresenta un salto di qualità preoccupante nella minaccia alla libertà di stampa in Italia, spingendo l’intero settore a una compatta risposta di unità e resistenza.
Fonte: alanews - Milano: presidio davanti alla RAI in sostegno al collega Ranucci e alla libertà di stampa






