Prato, 28 giugno 2025 – Tre agenti della polizia penitenziaria del carcere di Prato sono indagati per l’aggressione subita in cella da Vasile Frumuzache, il 32enne romeno reo confesso degli omicidi delle due connazionali Ana Maria Andrei e Denisa Maria Paun. Il caso solleva nuovi interrogativi sulla sicurezza e il controllo all’interno della struttura detentiva.
Indagini e accuse contro gli agenti penitenziari
I tre agenti indagati, rispettivamente un 24enne originario di Caserta, un 40enne di Belvedere Marittimo (Cosenza) e un 45enne di Napoli, saranno interrogati dalla procura di Prato per i reati di rifiuto di atti d’ufficio e lesioni colpose. La vicenda è stata denunciata dal procuratore Luca Tescaroli, che ha evidenziato “l’incapacità di assicurare la sicurezza passiva per i detenuti” all’interno del carcere. Pochi giorni dopo l’ingresso di Frumuzache, infatti, un altro detenuto gli ha versato addosso un pentolino di olio bollente mischiato a zucchero, provocandogli ustioni sul volto e sugli arti.
Nonostante le direttive impartite dalla procura al comandante della struttura e le rassicurazioni circa la sicurezza garantita al detenuto, il controllo nei confronti di Frumuzache è risultato inefficace, come ha sottolineato lo stesso Tescaroli: “È un dato di fatto che non si è riusciti ad assicurare il richiesto controllo e protezione”.
Gli omicidi di Frumuzache
Vasile Frumuzache, padre di famiglia e guardia giurata con una vita apparentemente normale, è stato arrestato dopo aver confessato gli omicidi di due donne rumene, Ana Maria Andrei e Denisa Maria Paun. La sua doppia vita è stata oggetto di approfondite indagini: da un lato un uomo premuroso e puntuale nel lavoro, dall’altro un assassino spietato che ha agito con modalità violente e crudeli, decapitando una delle vittime e conservandone oggetti personali.
L’inchiesta prosegue per chiarire la reale dinamica degli omicidi, la possibile complicità di altri soggetti e l’entità della scia di sangue lasciata dal vigilante romeno, la cui pericolosità era stata già percepita dagli investigatori, come dimostrato dall’operazione di cattura condotta dal Gis.
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