Roma, 19 agosto 2025 – È un ricordo carico di emozione quello affidato a Michele Placido alla camera ardente di Pippo Baudo, allestita al Teatro delle Vittorie. Il celebre regista ha rivelato un particolare momento di dialogo con il conduttore scomparso il 16 agosto scorso, evidenziando il legame umano e professionale che li univa.
Il ricordo di Michele Placido e la telefonata di gennaio
Con la voce rotta dall’emozione, Michele Placido ha raccontato: “A gennaio di quest’anno Baudo mi ha telefonato perché aveva saputo che Papa Francesco aveva voluto la serie sul giudice Livatino e Pippo era curioso e felice che io fossi il regista”. Questa telefonata testimonia la stima e l’interesse che Baudo nutriva per i progetti culturali e sociali importanti, in particolare per un’opera che racconta la figura del magistrato simbolo della lotta alla mafia.
Placido ha poi ricordato un altro episodio significativo della loro collaborazione: “Dopo il successo del film ‘Romanzo Criminale’ mi chiese di co-produrre – lui direttore artistico e io regista e interprete – ‘Mastro Don Gesualdo’ di Verga. Teneva molto a questo progetto”. Baudo emerge così non solo come un grande conduttore televisivo, ma anche come un uomo profondamente legato alle iniziative artistiche di valore.
Testimonianze di affetto e presenza alla camera ardente
Oltre a Placido, anche Ambra Angiolini ha lasciato un commosso ricordo: “Mi ha rimessa in carreggiata quando ne avevo bisogno. Era un uomo gentile che chiedeva sempre prima ‘come stai?’. E questa credo che sia una cosa bellissima e non scontata”. L’umanità e la gentilezza di Baudo sono emerse come tratti distintivi del suo carattere, apprezzati da colleghi e amici.
Nella seconda giornata di camera ardente, molti volti noti dello spettacolo e della televisione italiana hanno reso omaggio a Baudo, tra cui Amadeus, Maurizio Mattioli, Salvo Sottile, Gaetano Castelli, Piero Chiambretti, Marco Masini e Giorgio Panariello. La camera ardente si è chiusa alle ore 12 di oggi, per poi accompagnare il feretro verso la Sicilia, terra natia del conduttore.
I funerali si terranno domani pomeriggio alle 16 nella sua Militello in Val di Catania, dove Baudo aveva espresso il desiderio di essere sepolto accanto ai genitori, chiudendo così un cerchio di vita e affetti che lo hanno accompagnato dall’infanzia fino alla sua straordinaria carriera televisiva.
Pippo Baudo, nato Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo il 7 giugno 1936 a Militello in Val di Catania, è stato uno dei volti più rappresentativi della televisione italiana. La sua carriera, principalmente legata alla Rai, ha visto la conduzione di numerosi programmi di intrattenimento e ben tredici edizioni del Festival di Sanremo, di cui è stato spesso anche direttore artistico. Baudo ha avuto un ruolo fondamentale nel lanciare e rilanciare artisti come Adriano Celentano, Mina e Lucio Battisti, diventando un punto di riferimento imprescindibile per la cultura popolare italiana.
La sua capacità di coniugare spettacolo, intrattenimento e approfondimento lo ha reso un simbolo indiscusso della televisione italiana, amato dalla platea e stimato dai colleghi, come testimoniano le tante personalità presenti alla camera ardente e le parole di commiato pronunciate da chi lo ha conosciuto da vicino.
Fonte: Marco Vesperini - Baudo, Michele Placido: "Mi chiamò a gennaio per una serie sul giudice Livatino"





