Pisa, 22 luglio 2025 – Un tragico episodio di omicidio-suicidio ha scosso nel primo pomeriggio di oggi un tranquillo quartiere residenziale alla periferia sud est di Pisa. Un uomo, identificato come una guardia giurata, ha sparato alla compagna all’interno di un piccolo condominio di due piani, per poi togliersi la vita con la stessa arma. Sul luogo sono intervenuti immediatamente gli agenti della polizia e la scientifica per i rilievi del caso.
La tragedia della guardia giurata, la dinamica
Secondo quanto ricostruito, la guardia giurata di 50 anni avrebbe compiuto il gesto drammatico in camera da letto, dove al momento della tragedia non erano presenti altre persone. Le forze dell’ordine stanno procedendo con le indagini per chiarire tutti i dettagli della vicenda.
L’uomo ha sparato almeno un colpo alla testa alla compagna con la pistola calibro 9×21 che aveva in dotazione, per poi rivolgere l’arma verso se stesso e spararsi a sua volta al capo. È questa la dinamica ricostruita dalla polizia dopo un primo sopralluogo nell’abitazione dove la coppia abitava con i figli, assenti quando è avvenuta la tragedia.
La guardia giurata di 50 anni, che ha lavorato come vigilante alla guardiania del Cnr ma avrebbe fatto servizio anche presso gli uffici del giudice di pace e alla portineria della procura pisana. La compagna avrebbe compiuto domani 45 anni. L’uomo dopo avere sparato alla moglie ha telefonato al 112 avvisando del suo gesto per poi togliersi la vita. La casa è stata trovata in ordine: non sarebbero stati rilevati segni di colluttazione.
Contesto e riflessioni
Questo episodio si inserisce in una serie di casi analoghi che hanno recentemente acceso i riflettori sul tema delle tensioni e dei disagi psicologici che possono colpire anche soggetti appartenenti alle forze dell’ordine o a professioni con elevato livello di stress. Un parallelo significativo è rappresentato dal caso di Ciro Curcelli, assistente capo di polizia penitenziaria, che nell’aprile 2025 ha ucciso la moglie e le due figlie ad Orta Nova (Foggia) prima di suicidarsi. I sindacati della polizia penitenziaria hanno più volte denunciato la presenza di un “grave rischio suicidario” legato alle condizioni lavorative e allo stress psicologico che affliggono il personale.






