Roma, 17 novembre 2025 – Continua l’attesa e la tensione intorno agli scavi in corso alla Casa del Jazz di Roma, nell’ambito delle indagini sulla misteriosa sparizione di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana scomparsa nel 1983. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, si è espresso oggi a “Storie Italiane” su Rai1, sottolineando l’ansia che accompagna ogni nuova scoperta archeologica in città.
L’attesa di Pietro Orlandi: “Spero che lei non sia là sotto”
Pietro Orlandi ha confessato il suo stato d’animo riguardo alle ricerche: “Ogni volta che si scava da qualche parte a Roma si pensa sempre ad Emanuela. Io spero che non stia là sotto“. Questa dichiarazione rispecchia il dolore e il desiderio di verità della famiglia, che da oltre quarant’anni cerca risposte. Orlandi ha inoltre ricordato il precedente degli scavi al Camposanto Teutonico in Vaticano, che avevano riacceso le speranze senza però portare a risultati concreti. “Se si arriva a quel punto sarebbe un passo avanti per capire cosa è successo“, ha aggiunto, esprimendo un sentimento contrastante: da un lato spera che non vengano trovati resti, dall’altro è consapevole che solo così si potrebbe fare chiarezza.
Scavi alla Casa del Jazz: un ex magistrato convinto di trovare più corpi
Riguardo agli scavi in corso alla Casa del Jazz, Pietro Orlandi ha rivelato che un ex magistrato, non più in attività, ha richiesto le ricerche sostenendo che “li sotto ci sono più corpi“. Secondo quanto riferito dal fratello di Emanuela, questo magistrato ritiene che i resti della giovane possano essere proprio in quella zona. Orlandi ha sottolineato come, qualora dovessero emergere ossa, sarebbe necessario indagare a fondo: “Voglio sapere perché è morta, chi hanno cercato di coprire per 42 anni, chi continua ancora adesso a coprire la verità“.

Infine, ha evidenziato un punto cruciale per le indagini: “Non è mai arrivata la segnalazione che i resti di Emanuela potessero stare lì sotto” e ha chiesto di capire la storia della proprietà della villa, in particolare se fosse ancora in mano al Vicariato nel giugno del 1983, data della scomparsa di Emanuela. Questo dettaglio, ha detto, sarebbe “molto inquietante” in caso di conferma.
La scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta il 22 giugno 1983, resta uno dei casi più enigmatici della storia italiana e vaticana, con indagini ancora aperte da parte della magistratura vaticana, della Procura di Roma e di una Commissione parlamentare bicamerale.





